Il derby perso con la Reggina, un’annata balorda, il futuro di “Re Giorgio”, i 12 gol in quattro mesi al Noto, il matrimonio alle porte e tanto altro nella nostra intervista…
Ad assistere alla sfida tra Messina e Reggina c’erano anche tantissimi ex. Tra questi Salvatore Cocuzza, autore di 29 reti con i giallorossi nel triennio di D che ha preceduto il ritorno tra i professionisti. Anche l’attaccante palermitano è costretto ad ammettere che la squadra di Nello Di Costanzo ha deluso le aspettative: “Ero allo stadio e ho assistito purtroppo ad una brutta partita. Pensavo sarebbe stato diverso, ma la Reggina ha fatto la partita che avrebbe dovuto giocare il Messina se fosse uscito indenne dal “Granillo”. È stato compromesso tutto lì, anche se l’1-0 era recuperabile, almeno sulla carta”.
Gli uomini di Tedesco hanno impostato al meglio il match: “Potevano giostrare il risultato e ripartire con qualche azione in contropiede. Perdendo la prima sfida il Messina non ha potuto contare più su due risultati su tre. Con un pareggio magari sarebbe andata diversamente. Con la sconfitta invece ha pesato la tensione per la posta in palio troppo alta e Stefani e compagni non sono stati brillantissimi”.
L’impressione è che comunque la débâcle nel derby sia dovuta ad almeno sei mesi caldissimi: “Purtroppo il campo ha detto che questa retrocessione paradossalmente ci può stare. Non è stato facile, hanno pesato le troppe vicissitudini. I ragazzi hanno sentito il distacco di Ferrigno quando è andato via a dicembre ed il calcio è fatto anche di queste cose: quando un’annata parte storta va storta sempre. È stata stregata fin dall’inizio e non vi è mai stato un decollo o comunque un pochettino di luce. La squadra è sempre stata costretta a rincorrere ed a soffrire. Speravo che il pubblico di Messina potesse gioire ed invece è finita nel peggiore dei modi…”.
Ovviamente è molto amareggiato anche il cugino di Cocuzza, l’intramontabile Corona: “Con Giorgio ci siamo visti. È dispiaciuto, rammaricato, ci teneva tantissimo alla partita ed a salvare la categoria. Anche lui sa come funziona questo lavoro: ormai il verdetto è quello, inutile parlare oltre. Dopo che per un anno ci ha messo la faccia e si è sacrificato per tutti ci teneva tantissimo, magari anche più degli altri. Anche perché la storia parla per lui, è tornato a Messina nell’estate del 2011 e non se n’è più andato”.
Ed il futuro del “Re” potrebbe ancora riservare sorprese: “Da tre anni dice che vuole smettere ma poi il calcio lo ama troppo, è una passione infinita. Secondo me continua. Giorgio è misterioso al riguardo, decide al momento e non guarda l’età. Se avrà gli stimoli ci sarà ancora, a Messina spero, o magari altrove”.
Cocuzza ha vissuto intanto la sua migliore stagione in termini realizzativi dal 2011-2012, quando con il Messina firmò 17 gol: “Quest’anno ne ho realizzati 12 ma in appena quattro mesi, nel solo girone di ritorno, a Noto (dove ha ottenuto la permanenza in D ai play-out, condannando alla retrocessione i messinesi della Tiger Brolo, ndc). Gli almanacchi ne contano uno in più ma per una semplice deviazione che io non considero. Sono stato fortunato perché alcuni sono stati davvero pesanti. Quando sono arrivato eravamo penultimi, è stato come vincere un campionato per noi. Sono contento di avere dato un aiuto importante”.
La prima metà di stagione era stata invece meno felice: “Speravo di fare bene ma alla Nuorese ho avuto dei problemi con la società e ho preferito cambiato aria. Nel calcio contano gli stimoli, se non ti senti bene con te stesso devi abbandonare anche se magari guadagni bene. Noto, ad esempio, ha grandi potenzialità, parte sempre malissimo e poi realizza rimonte straordinarie. Lì c’è gente passionale, che ama la squadra ma non è mai facile rimediare in corsa”.
Nell’immediato c’è una famiglia che prende forma ed il calcio per un po’ non avrà la copertina: “Il 19 giugno mi sposo. Andrò in vacanza e soltanto dopo penseremo al mercato. Vivo alla giornata sinceramente dopo alcune aspettative disattese. Credo che nel 2015 sia meglio ottenere qualche soldo in meno se vi è lealtà e chiarezza nei progetti. Stiamo sentendo tante cose che ci disgustano”.
Quale sarà il futuro del Messina? “Se vi sarà una possibilità e la domanda sarà presentata sono convinto che l’ACR verrà ripescato per primo. Ha le carte in regola per tornare subito tra i professionisti, considerati anche i problemi di tante piazze. Sul futuro di Lo Monaco non ci si può sbilanciare, dovrà decidere cosa conviene per tutti. La scelta dovrà tenere conto dei tifosi e di una città, che non merita la D. Almeno è una quarta serie e non una quinta, come ai miei tempi, ma con queste regole del minutaggio e degli under il livello si è abbassato tantissimo. Prima si guardavano le qualità dei giovani, ora la carta d’identità. Non a caso alcuni over incontrano difficoltà e molti preferiscono scendere di categoria”.