Calcio

Cocuzza: “Gol dedicato a mia figlia. Voglio dimostrare a tutti che non sono finito”

Totò Cocuzza è tornato al gol dagli undici metri. La sua rete, quella del sorpasso, sembrava spianare la strada al Messina verso un successo contro la Palmese, poi è arrivato quel finale beffardo: “C’è rammarico, siamo davvero arrabbiati. Abbiamo abbassato la concentrazione ed è subentrata un po’ di inesperienza, sul 4-2 si pensava che la partita fosse finita. E’ inconcepibile sia per come ci alleniamo sotto l’aspetto mentale col mister che per come prepariamo le partite. Abbiamo dimostrato che se avessimo giocato tutta la gara così, con il rispetto dovuto per la Palmese, avremmo conquistato i tre punti”.

Mascari sotto misura firma il momentaneo 2-2 (foto Nino La Macchia)

“E’ un peccato – aggiunge l’attaccante – c’è molto da lavorare, anche se mancano tre partite il nostro dovere è non mollare niente. Ci potremmo giocare tanto sia per chi volesse rimanere il prossimo anno che per tutte le scelte che possono fare società e staff. Dobbiamo dare il meglio di noi stessi fino al 6 maggio”.

L’esultanza sa di liberazione per chi tiene tanto alla maglia del Messina ed ha vissuto un’annata difficilissima: “Sono stato cinque mesi senza poter giocare per dei problemi, oggi c’era mia figlia a guardarmi e ci tenevo a fare bene e a fare gol, che dedico a lei. Ho grandissimi stimoli per questo finale di stagione in cui mi gioco tanto, voglio dimostrare che non sono finito come dicono alcuni e posso dire la mia”.

Totò Cocuzza in azione contro l’Igea Virtus (foto Puccio Rotella)

Sul futuro della squadra, che dovrebbe ripartire dalla conferma di Lamazza e Modica, non ha dubbi: “Il Messina deve arrivare a vincere il campionato se saremo ancora in D o quantomeno provarci, così come stanno facendo Troina, Nocerina e Vibonese. Una piazza del genere lo merita”. 

Sui tanti giovani che si sono messi in luce, da Meo a Lia, fino a un Mascari ancora in gol dice: “Secondo me ne sentiremo parlare, è gente umile che va dietro ai giocatori più esperti come me, che danno loro i consigli giusti”.

Alessandro Calleri

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