La Messina della palla a spicchi avrà, nella prossima stagione, una squadra in più in un campionato regionale. Si tratta della Fortitudo Messina, club fondato dall’inossidabile Claudio Cavalieri, che battendo in gara 2 della finale play-off gli Svincolati Milazzo, ha conquistato il diritto a partecipare alla prossima Serie D. L’ex guardia della Pallacanestro Messina è raggiante per il risultato raggiunto, frutto della passione e del lavoro suo e dei suoi amici-collaboratori. Claudio, una promozione centrata al primo campionato disputato dalla tua Fortitudo, un progetto che inizia sotto i migliori auspici… “Sicuramente si, è nato tutto di corsa con quattro Amici ed abbiamo raggiunto subito un piccolo grande risultato molto emozionante perché per me questi colori hanno un significato particolare”.
Vincere un campionato, anche se di Promozione, non è mai facile. Qual è stato il segreto della tua squadra? ”Avevamo una squadra fuori categoria sia al livello tecnico che umano, avevamo giocatori che si sono buttati in questo progetto con il cuore ed i ragazzi che hanno vinto sono tutti da elogiare, dai più grandi al più piccolo. Sfido a trovare una squadra di promozione che si allena alle 21:30 con 27/28 giocatori agli allenamenti mettendo in difficoltà lo staff tecnico. Vincere è sempre bellissimo in qualunque categoria”. Ci sono stati dei momenti difficili in questa avvincente cavalcata? “Nello sport ci sono sempre momenti bellissimi e momenti “difficili“, ma quelli si superano sempre con il segreto di Pulcinella: la squadra, il gruppo, l’unione della società e la voglia di raggiungere tutti insieme un obiettivo comune”. Qual è stato l’avversario più difficile da affrontare? “La squadra più difficile sicuramente si penserebbe agli Svincolati Milazzo, io invece credo che giocare a Capo d’Orlando contro il Tartarughino sia stato molto difficile”.
Claudio, ti confermi il solito trascinatore. Hai saputo coinvolgere tanti giocatori esperti che alla fine ti hanno ripagato conquistando un grande risultato… “Credo di averlo del DNA, mi piace essere un leader ma un leader che predilige il gioco di squadra: credo fermamente nel gruppo e nel sacrificio, i miei ragazzi sono stati un bellissimo gruppo per sperimentare le mie idee di basket”. A giocatori navigati come Ioppolo, Centorrino, Adorno, Bonfiglio e Barlassina, avete saputo affiancare un buon numero di giovani entusiasti. Forse è stato questo il risultato più importante che avete raggiunto. “Si tutto vero, io non dimenticherei però un giocatore come Lanza che è stato fondamentale nei playoff. Si, ho avuto il piacere di allenare giocatori di categorie superiori, giocatori che hanno avuto il piacere di ascoltami ed io quello di ascoltare loro. E’ venuto fuori il giusto mix con i giovani che avevo avuto la fortuna di far crescere in questi cinque anni: è stato il segreto! Ma oltre a Centorrino (vero bomber), Bonfiglio ed Adorno i veri metronomi della squadra, Barlassina, piacevole riscoperta e punto di riferimento, ci sono due persone che hanno sempre amalgamato il gruppo: uno è Joppolo, vero leader dentro l’area pitturata, ed il sempre green capitan Piero Mento. Importantissimo, inoltre, il contributo di Lanzafame, di Sturniolo (rientrato proprio nella finale dopo un bruttissimo incidente per supportarci e portarci tantissimo agonismo), Ciccio Lazzari, Russo, Trovatello, Mantineo, Di Bella, Agrillo, De Luca, Cordima, Faye, Alberto Lazzari, Stracuzzi, Calzavara, Mangano, Sandi, Familiari, Ciavirella, Antonazzo, Pensante e il grande Giovanni Caselli che insieme a Dani Baldaro sono sempre stati al mio fianco”.
Tu hai vinto diversi campionati da giocatore, questo è il primo da allenatore. Cosa hai provato? “Vincere è sempre bello, vincere ha un gusto particolare non è importante in che categoria tu lo faccia ma ha un sapore davvero particolare. Tutto questo per me è qualcosa di nuovo ed unico, mi gusto ogni istante con un sapore diverso”. In tanti si chiedono cosa farà da “grande” Claudio Cavalieri. Continuerà a scendere sul parquet con la maglia della sua Fortitudo o appenderà le scarpette al chiodo per intraprendere la carriera di allenatore? “Claudio è già grande! Ho solo ancora un amore viscerale per questo pallone ed il sapore delle sfide giocate, ma adesso aspetto che si concluda questo anno sportivo, poi valuterò con calma, insieme alla mia famiglia, le varie situazioni che mi si presenteranno (ho già ricevuto un’offerta per giocare qui in zona, non male per un vecchietto). L’importante è sentire il basket che mi scorre nelle vene”.
Quale ruolo speri si potrà ritagliare la tua Società nell’ambito sportivo della Messina cestistica? “Io e la mia società, composta da Bennet, Di Bella, Mento, Giovani, Squillaci, Caselli e Baldaro, abbiamo idee chiare: cercheremo di fare un passo alla volta. Purtroppo quello che mi preoccupa di più è la situazione campi, che è sempre poco chiara e non ti offre molte sicurezze in relazione ad una progettazione solida e mirata. Ma cresceremo, abbiamo voglia di portare avanti il nostro basket e le nostre idee di aggregazione e collaborazione”. C’è qualcuno a cui vuoi dire un grazie speciale? “Beh, grazie alla mia famiglia perché mi supporta e sopporta, ma un grazie particolare a tutti quelli che credono nel nostro progetto dagli sponsor, ai ragazzi, ai miei cuccioli ed un grazie alle società che c’hanno accolto con grossa collaborazione al PalaTracuzzi”.