Anche l’esame Biancavilla è stato superato, così per il Città di Messina la Serie D è diventata solo una questione di tempo e matematica, gli unici due fattori che sin qui stanno impedendo alla squadra di Furnari (+9 a quattro giornate dal termine) di festeggiare il ritorno in quarta serie dopo quattro stagioni. Il campo sembra ormai aver emesso il proprio improrogabile verdetto, Bombara e soci si sono rivelati la squadra migliore della stagione, sbaragliando una concorrenza fatta di squadre attrezzate e create ad hoc per il salto di categoria. Il campo sta premiando i messinesi, squadra cinica e matura in grado di vincere tutti gli scontri diretti, l’ultimo in casa di un Biancavilla ritenuto la compagine più forte di questo campionato.
Il presidente Maurizio Lo Re tira fuori tutto il proprio orgoglio per una promozione ormai davvero vicina, la seconda in due anni: “Ormai siamo come il maratoneta a cui manca l’ultimo chilometro per vincere la gara. Ai miei ragazzi chiedo proprio questo, un ultimo sforzo per realizzare un sogno che appena pochi mesi fa sembrava impossibile e che invece è lì a portata di mano. Questo lo ritengo il Città di Messina 2.0, nato un po’ dalle ceneri di quella prima fase societaria in cui i famosi “cinquanta amici” si sono sciolti come neve al sole e di quell’insieme di forze ne sono rimasti solo cinque, che hanno portato avanti la baracca raggiungendo i risultati che tutti hanno visto”.
Un percorso societario iniziato dopo il doppio salto all’indietro dalla D alla Promozione, ma adesso la sorte sta dando l’opportunità di mettere le cose in pari: “Il primo anno è stato di assestamento, abbiamo dovuto vivere un periodo di ambientamento in un ambiente come quello del calcio che è ricco d’insidie. Un mondo in cui è molto facile spendere soldi senza raccogliere i frutti sperati. Dopo l’anno di transizione abbiamo subito capito che si doveva vincere e siamo tornati in Eccellenza attraverso i playoff, una promozione voluta fortemente. Quest’anno più che mai stiamo raccogliendo i frutti di due anni di duro lavoro. Va detto un enorme grazie ad uno staff tecnico straordinario e di enorme valore, ma soprattutto a dei ragazzi che fuori dal campo sono una famiglia ma dentro il rettangolo verde si trasformano in undici guerrieri”.
E dire che durante il campionato nono sono mancate le critiche: “Abbiamo subito molti attacchi mediatici, spesso ci hanno rimproverato di vincere col minimo scarto o di avere troppi rigori a favore, ma se te li danno vuol dire che entri in area. Le critiche sono scemate dopo la vittoria di Capo d’Orlando contro il Sant’Agata, lì un po’ tutti hanno iniziato a capire che non eravamo un fuoco di paglia. I numeri sono dalla nostra parte: in 26 giornate abbiamo collezionato 21 vittorie, 3 pareggi e 2 sconfitte, appena 8 gol subiti di cui 4 nelle prime 5 giornate, questo vuol dire che abbiamo preso appena 4 gol in 21 partite. La svolta? Non c’è stata una partita in particolare, credo che alla fine del girone d’andata abbiamo capito che potevamo giocarcela fino alla fine”.
Con la D in tasca si affronterà il problema del campo che ospiterà le partite casalinghe per la prossima stagione: “Sono abituato a muovermi passo dopo passo, fissare un obiettivo alla volta. Prima viene il raggiungimento della categoria, tutto ciò che ne conseguirà verrà in un secondo momento”.