Uno stop che lascia una profonda amarezza, ma che non sposta di un centimetro gli obiettivi del nuovo Città di Taormina. Un progetto messo in piedi dal gruppo dirigente guidato da Maurizio Lo Re, che nel calcio dilettantistico ha già ottenuto grandi risultati ai tempi del Città di Messina. Da un anno il mondo è cambiato e bisogna fare i conti con la pandemia che ha minato le basi economiche del nostro Paese, condizionando profondamente il regolare svolgimento dei campionati, soprattutto dall’Eccellenza in giù.
Quasi dodici mesi fa il gruppo Lo Re era sbarcato a Taormina con il chiaro intento di proporre nella perla dello Jonio un progetto fatto di organizzazione, sostenibilità economica e ambizione. Gli ottimi rapporti con Mario Castorina, poi, hanno fatto il resto, con il presidente che dopo tanti anni a tirare la carretta avrebbe progressivamente lasciato sempre più spazio al nuovo corso. Le prime giornate del campionato di Promozione dei ragazzi di mister Lu Vito non hanno deluso le attese. Fin da subito il Città di Taormina ha confermato di essere una squadra di caratura superiore, ma lo scoppio della seconda ondata del Covid ha imposto lo stop dei campionati.
Dopo mesi di silenzio assordante è arrivata la notizia che tutti temevano, vale a dire il definitivo stop del campionato di Promozione. Una decisione che lascia una profonda amarezza nell’amministratore delegato biancoazzurro, Maurizio Lo Re: “Una decisione di cui prendiamo atto, che accettiamo ma non condividiamo, sia per i tempi sia per i modi con cui è arrivata. La scorsa estate, quando la morsa del virus sembrava attenuarsi, si poteva intervenire programmando. Si doveva giocare d’anticipo e non lo si è fatto. Non me la prendo con le istituzioni sportive ma con quelle politiche, parte tutto da lì e a cascata questi errori colpiscono i vari settori, tra cui lo sport. Si sapeva che il virus ci avrebbe dato una tregua, tanti esperti lo avevano preannunciato, ma non è stato fatto nulla per consentire il regolare svolgimento dei campionati fino alla fine”.
Secondo il dirigente messinese un’opportunità c’era: “Tutti gli organi preposti avrebbero dovuto fare sottoscrivere alle società dilettantistiche un protocollo rigido, per garantire la sicurezza negli allenamenti e nello svolgimento delle gare, con annesso viaggio in caso di trasferta. La sottoscrizione di questo protocollo sarebbe stata obbligatoria per la partecipazione ai vari campionati, invece si è ragionato a compartimenti stagni. La D, essendo un campionato nazionale, è ripartita, ora ripartirà l’Eccellenza, mentre noi non ricominceremo nonostante siamo fermi da ottobre. Siamo molto dispiaciuti anche per lo stop dei settori giovanili. Chi conosce il nostro modo di fare calcio sa quanto teniamo alla cura del vivaio”.
Le promozioni in Eccellenza sono bloccate, ma il Taormina è già alla finestra: “Credo che molte squadre potrebbero decidere di non iscriversi, in quel caso si potrebbe riaprire il termine dei ripescaggi e noi ci giocheremo tutte le chances che abbiamo”.
Lo Re, infine, tranquillizza gli appassionati taorminesi, perché quanto accaduto non scalfisce la solidità del progetto del club: “Quando ci siamo insediati abbiamo stilato un progetto triennale. Entro questo termine ci siamo prefissati di raggiungere la serie D. Per trasformare in risultati sul campo quello che si scrive sulla carta ce ne vuole, noi però crediamo nelle capacità nostre, di questa piazza e di questo territorio, di emergere e ottenere risultati che fino a poco tempo fa sembravano insperati”.