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Cilenti, un autore poliedrico: “Dovremmo riscoprirci curiosi e leggere poesie”

La prima cosa che ci colpisce incontrando Emanuele Cilenti è il suo sorriso semplice, garbato e spontaneo. Classe 1981, è uno scrittore e drammaturgo messinese. Un autore poliedrico, che meriterebbe un po’ più di attenzione e riconoscenza artistica.

“Sono solo un incubo” è un romanzo interamente ambientato a Messina

“La mia passione per la scrittura nasce in età adolescenziale. Ho scritto la mia prima poesia, dedicata a Dio, a circa dodici anni. Da lì in poi ho iniziato ad appassionarmi sempre di più alla lettura, con maggiore attenzione ai romanzi gialli, alle poesie e al teatro. Tra gli autori che mi hanno formato inserisco Giorgio Faletti e William Shakespeare, due maestri dei generi su cui provo a concentrare le mie opere. In modo particolare il romanzo «Sono solo un incubo», ambientato a Messina, ricalca in modo particolare l’opera di Faletti, uno degli artisti più poliedrici mai esistiti a mio avviso”.

Oltre ai gialli, Cilenti si dedica anche alla realizzazione di poesie, che rimarcano i temi più sensibili del nostro tempo: dall’immigrazione al femminicidio, dalla pedofilia passando all’indifferenza dell’uomo nei confronti di tutto ciò che lo circonda. Fondamentale nella poetica, e anche nella vita di Cilenti, il rapporto con la religione. 

Cilenti
“Un filo d’erba che solletica il cielo” è l’ultimo libro pubblicato da Cilenti

“Il mio ultimo volume, intitolato «Un filo d’erba che solletica il cielo», raccoglie delle riflessioni personali sulle tematiche più vicine a noi. Vedo tanta mancanza di curiosità, con una società sempre più pronta ad attaccare chi vuole fare del bene piuttosto che supportarlo. Purtroppo viviamo in un’epoca di odio e invidia, in cui la cultura è sempre più sottovalutata e screditata. Se non iniziamo a lavorare nuovamente su questo fattore dubito che potremo fare passi in avanti. Abbiamo perso gli interessi verso le cose più belle ed importanti che ci circondando, dando spazio a quelle più futili e meno formative, che distruggono la società”. 

E sulla poesia, e sul ruolo stesso del poeta, Cilenti aggiunge: “Il mestiere del poeta, oltre a quello dello scrittore, è rischioso al giorno d’oggi. Deridere chi prova a farsi spazio in questo senso è un atteggiamento comune ormai. I poeti non vengono più presi sul serio, anche se credo che attraverso i loro lavori possano darci delle indicazioni per migliorarci o semplicemente per riflettere e collegarci alla realtà. Attraverso la poesia si rispecchiano le debolezze umane, le emozioni, le sensazioni. La poesia è lo specchio che mette in evidenza l’animo dell’uomo, uno dei punti utili per cambiare la nostra società”.

Cilenti
Cilenti non ha ancora messo in scena la sua commedia teatrale “Aiuto! Ho due mummie in casa”

Cilenti illustra anche i progetti in cantiere: “Vorrei mettere in scena la mia commedia «Aiuto! Ho due mummie in casa», magari interpretando anche una parte come attore. Potrà sembrare una cosa semplice da realizzare, ma in realtà è tutto il contrario. Spero di poter avere anche un po’ più di fortuna, che nel corso degli anni è venuta a mancare dal punto di vista artistico”.

L’auspicio è quello di ottenere maggiore considerazione: “Ho scritto diversi volumi, ma so di non avere ancora raggiunto un ampio pubblico. Mi auguro che tutto questo possa finalmente cambiare, ma se ciò non dovesse accadere non perderò la speranza e la fede, che mi hanno aiutato fino ad oggi e che sono certo continueranno a farlo”.

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