Il Messina non vince in campionato ormai da tre mesi, da quel 25 gennaio giorno del 4-1 alla Reggina. Fu il derby di Amato Ciciretti, autore di una rete da urlo, la seconda della sua avventura in giallorosso (alla Lupa Roma la prima), celebrata con l’esultanza alla Totti che fece il giro d’Italia. Il calo del centrocampista scuola Roma, che ha segnato anche contro il Melfi nell’ultima partita dell’era Grassadonia, è coinciso con il periodo nero della squadra, precipitata in classifica e passata alla gestione Di Costanzo, tecnico che lo ebbe alle sue dipendenze già a Carrara.
Ciciretti, però, fatica a trovare spazio e pur impiegato nella mezz’ora finale della gara pareggiata con l’Ischia non è riuscito a incidere. “Volevamo vincere, ma all’ultimo ci siamo accontentati del pari perché in questo momento è importante soprattutto non perdere. Vorremmo salvarci direttamente, era quello l’obiettivo iniziale, poi le cose non sono andate per il verso giusto e dovremo riuscirci tramite playout. Sabato andremo a Benevento per cercare di conquistare i tre punti, ma giocheremo contro una squadra forte che è ancora in lotta per la promozione diretta. Siamo dunque consapevoli che il primo obiettivo è non perdere”.
Perché a quell’avvio scintillante è seguita una netta flessione? L’ex Pistoiese prova a spiegarlo così: “Penso che il rendimento di un calciatore durante un campionato non possa essere sempre lo stesso. Non sono quello dell’inizio e me ne rende conto, ma ci sono tanti fattori che impediscono di disputare una stagione intera a quei livelli. Mi sento parte del gruppo, poi il mister fa le sue scelte ed io devo farmi trovare pronto, sia che venga impiegato dal primo minuto o che parta dalla panchina. In campo vanno soltanto in undici”.
A chi gli chiede se nel 4-4-2 di Di Costanzo sia adatto a giocare da esterno, lui che da il meglio di sé dietro le punte, risponde così: “Del mio ruolo ne ho già parlato in passato. Magari un giocatore preferisce agire in una posizione piuttosto che in un’altra, ma decide sempre il tecnico chi schierare ed il modulo da adottare. Con il nuovo preparatore – aggiunge – adesso stiamo facendo un lavoro specifico, mettendo benzina nelle gambe per andare forte più a lungo possibile, anche in ottica playout”.
Capitan Corona ne ha lodato le qualità tecniche, esortandolo però ad una maggiore applicazione. “Se lo dice Giorgio un motivo c’è. Io devo lavorare ogni giorno per dare il mio contributo alla squadra”.