E’ ricordato come l’eroe del “Cibali”, perché il suo gol contro il Catania, nella finale d’andata dei playoff di C1 del 2001, spianò al Messina la strada verso la promozione in B. Quel giorno a Francesco Marra bastarono appena nove minuti per mettere a segno la rete dell’1-1 che gelò lo stadio etneo. “Di gol ne ho fatti tanti in carriera, specie nella stagione in cui (1998-99, ndr) vestivo la maglia del Benevento e riuscimmo a vincere la finale dei playoff di C2 proprio contro il Messina. Quello siglato a Catania – racconta Marra – fu però il gol più importante della mia carriera, anche perché l’ho realizzato per la città cui sono legato maggiormente e che sento ancora oggi come casa mia”.
Il Messina era sotto per 1-0 a causa del rigore trasformato da Ambrosi. Gettato nella mischia da Florimbi al posto di Sullo l’attaccante di Melito Porto Salvo tolse le castagne dal fuoco, confermandosi uomo dai gol pesanti, dopo i centri ai danni di Atletico Catania e Giulianova: “Ricordo il lancio in profondità di Buonocore e poi Godeas scattare riuscendo a resistere alla marcatura di Baronchelli. Ho ricevuto palla da Denis e l’ho messa dentro. L’intuito dell’attaccante è arrivare al momento giusto, anche per una frazione di secondo. A quel punto corsi ad esultare sotto la curva dei nostri tifosi. Era doveroso andare da quei 500 che occupavano il settore ospiti di fronte ai 20.000 catanesi”.
I giallorossi completarono l’opera al ritorno, battendo 1-0 i rivali al “Celeste” e ottenendo la promozione in B. Ricordi indelebili per Marra, anche per quanto di tragico accadde quel 17 giugno: “Le prime due immagini che mi vengono in mente sono legate al rigore trasformato da Sasà Sullo e alla parata determinante di Mimmo Cecere sulla punizione di Criniti. Anche in quella gara entrai nel corso della ripresa. Riuscimmo a vincere e a conquistare la promozione, ma ci fu purtroppo la tragedia di Tonino Currò. Venni subito contattato dai familiari perché ero uno dei suoi idoli e andai a trovarlo in ospedale, registrando la mia voce affinché la potesse sentire. Purtroppo non servì a nulla. Non si può perdere la vita così, in un modo assurdo, per una bomba carta”.
Marra, adesso trentottenne, è il responsabile della Scuola Calcio dell’ASD Borgo Grecanico, un’importante opportunità di aggregazione e sano sport per i ragazzi melitesi . Il suo sogno nel cassetto, neanche a dirlo, è quello di poter tornare a Messina, sotto un’altra veste. “Sono ancora giovane, ma è da diversi anni che non gioco più a causa di alcuni problemi fisici. Ho ricordi straordinari dei giorni trascorsi a Messina, dell’amore che mi ha dato la città e che io ho per lei. Qualche anno fa ci sono stato da avversario con la Valle Grecanica da allenatore in seconda, quando i giallorossi erano ancora in Serie D. Oggi penso che vorrei allenare lì, ma finora mi sono state chiuse le porte, anche per quanto riguarda le squadre giovanili. A Messina in fondo verrei anche a piedi, il mio obiettivo è poter lavorare lì con qualsiasi compito, da collaboratore della prima squadra, non avendo ancora il patentino per i professionisti, o per guidare una formazione giovanile. Intanto sto praticamente a casa, pensando a far crescere i bambini del Borgo Grecanico e vedremo cosa accadrà in estate”.
A Messina ci tornerà comunque il prossimo 9 aprile per giocare al “Franco Scoglio” con le vecchie glorie giallorosse il triangolare benefico a sostegno della Le.L.A.T. Un’occasione per fare della solidarietà ed incontrare tanti ex compagni: “Ho ricevuto l’invito e ci sarò sicuramente. Ho sentito recentemente Criaco e ogni tanto parlo con Obbedio, Coppola e Sasà Marra. L’anno scorso ho inoltre incontrato Cecere quando sono stato allo stadio per il derby con la Reggina. Ora ho qualche chilo in più, ma sarà bello poter tornare a Messina e scendere in campo in una manifestazione del genere”.