Nel mondo del calcio si sono alternati campioni, ottimi giocatori e profili discreti. In molti hanno segnato dei veri e propri record, entrando nella storia dello sport più amato al mondo. Nel rettangolo verde prendono forma e sostanza le aspettative dei tifosi, grazie alle gesta straordinarie delle loro squadre del cuore. C’è chi realizza un sogno pur non essendo oggettivamente dotato di un talento da top player, grazie a tenacia e applicazione.
Un po’ come quando ci si cimenta con le app di slot con soldi veri. Il rischio di fare un buco nell’acqua c’è: l’importante è avere un piano B, come lo aveva un certo Christian Riganò. Un bomber vero, che a proprio modo ha lasciato il segno all’inizio del nuovo millennio. Una figura controversa, capace di siglare gol memorabili e lasciare il segno in diverse categorie. Tra alti e bassi ripercorriamo insieme la carriera dell’attaccante di Lipari, dagli esordi nella sua terra ai campi di C, B ed A, con tanto di parentesi estera in Spagna.
Gli esordi di Christian Riganò.
Nato nelle Eolie, Christian inizia a muovere i primi passi nelle formazioni locali, il Terme San Calogero e il Lipari, dove firma le sue prime quattro stagioni prima del passaggio al Messina nel 1997 e poi all’Igea Virtus. L’approdo nel calcio professionistico, però, arriva soltanto nel luglio 2000 con il Taranto, che gli consente di esordire in serie C. Qui fa conoscere a tutti le sue doti di bomber, mettendo a segno ben 14 gol nella prima stagione con la maglia rossoblù. Al secondo campionato in Puglia, Riganò migliora il proprio score arrivando a toccare quota 27 reti, che gli valgono il titolo di capocannoniere del torneo di C1. Il totale di 42 marcature in 69 presenze consente a Christian di attirare le attenzioni della Fiorentina.
Riganò e l’arrivo in serie A.
La Fiorentina di cui stiamo parlando però era in realtà la Florentia Viola, che si sarebbe poi tramutata nella squadra di A che oggi conosciamo. Questo comporta un passo indietro iniziale per Riganò, che scende in C2 prima di tornare a volare prima in B e poi nella massima serie calcistica. Il bomber siculo si conferma soltanto di passaggio in quarta serie, realizzando ben 30 gol in 32 gare. L’anno dopo, in seguito al ripescaggio della propria squadra, Christian gioca in serie B, mettendo a segno altri 23 centri.
Un infortunio gli impedisce di godersi la conquista della massima serie, che arriva nei play-off contro il Perugia, in cui firma due reti Fantini. In serie A la stagione risulta complicata a causa di un nuovo stop muscolare e un rientro tribolato: realizza comunque sei reti in 21 gare tra campionato e Coppa Italia. L’acquisto da parte della Fiorentina di un certo Luca Toni, nello stesso ruolo, toglie definitivamente spazio al bomber siciliano, che è costretto così a malincuore a cambiare squadra.
Christian Riganò tra il ritorno al Messina e il passaggio al Levante.
Finita l’esperienza in maglia viola, Christian torna a Messina. La seconda avventura peloritana dura poco, una sola stagione, con 27 presenze e 19 gol, che non bastarono a salvare i giallorossi dalla retrocessione in B. Un bottino comunque importante, prima del trasferimento all’estero, nel Levante. Un nuovo mondo per Riganò, che decide così di regalarsi un’esperienza in un contesto calcistico differente da quello italiano.
Una scelta che tuttavia non paga, se non in termini economici, e dopo appena sei mesi in terra ispanica nella finestra di mercato invernale fa rientro in patria al Siena. Un prestito che non scuote il bomber di Lipari, che a fine anno ritorna alla casa madre spagnola. I fasti di un tempo, quando aveva stupito tutti a suon di gol, sono però lontani. I diversi infortuni, il trascorrere del tempo e una forma fisica precaria incidono anche a livello psicologico.
Le ultime avventure calcistiche, dopo la rescissione del contratto con il Levante, si sviluppano per lo più tra serie C (Ternana e Cremonese) ed Eccellenza (Rondinella, Montemurlo e Montevarchi). Proprio quest’ultima squadra rivede un barlume del Riganò di un tempo, con ben 22 gol in 16 gare. Le ultime casacche indossate, Settignanese e Incisa in Prima Categoria, sanciscono i passi conclusivi della parabola calcistica di Christian.
Christian Riganò nelle vesti di allenatore.
Dopo aver archiviato la carriera da calciatore, in cui Riganò è stato un attaccante prolifico, di carisma e temperamento (per certi versi riconducibile ad un big come Bobo Vieri), Christian si dedica ad una nuova avventura, quella di allenatore. Anche qui però la strada non è semplice. L’ex bomber riuscirà a partecipare al corso per l’ottenimento del patentino da allenatore a Coverciano soltanto al secondo tentativo.
Dopo alcune brevi esperienze con le giovanili della Settignanese, Riganò riparte proprio dalla squadra con cui si era congedato dal rettangolo verde, l’Incisa. Dal 2015 al 2017 allena così in Prima Categoria, prima di passare al Fiesole, sempre nello stesso campionato. Altri due anni alla guida dei biancoverdi e poi un nuovo trasferimento all’Affrico, sempre in Prima Categoria.
Qui ottiene il miglior risultato da allenatore, con il salto di categoria in Promozione, il primo nella storia del club. Ciò nonostante, il risultato ottenuto non gli garantisce la conferma sulla panchina dell’Affrico e determina così a tutti gli effetti l’ultima tappa nel mondo calcistico di Riganò. Un bomber che ha fatto sognare Firenze, Taranto e Messina e avrebbe potuto probabilmente lasciare un segno ancora più significativo.