Ad assistere all’inopinata retrocessione del Messina tra i Dilettanti c’era anche un altro grande ex, il portiere Mimmo Cecere, oggi imprenditore attivo nel ramo della ristorazione: “Ero allo stadio per il derby con la Reggina e sicuramente la partita mi ha deluso tantissimo. Ancora di più perché, al di là delle innegabili difficoltà tipiche di questi confronti da dentro o fuori, il Messina ha giocato per 40 minuti in superiorità numerica di fronte al proprio pubblico e paradossalmente questa doveva essere la situazione ideale per ottenere il massimo. Ed invece alla fine si è riusciti comunque nell’impresa di perdere”.
Ma da al di là dello sfortunato esito dei play-out, i giallorossi hanno deluso nell’arco dell’intera stagione: “Sono arrivate pochissime vittorie, appena sei. Il rammarico è legato al fatto che sicuramente si poteva fare qualcosa in più. C’erano squadre che non andavano più forte. Bastavano un paio di punti in più e gli spareggi retrocessione sarebbero stati evitati. Con l’Ischia in casa ad esempio la vittoria era alla portata ma sono numerose le partite in cui sono stati dilapidati risultati pesanti”.
L’analisi dell’ex bandiera dell’Avellino è impietosa: “Dal punto di vista della qualità è sempre stata una squadra molto carente ed anche nel girone di andata non ha mai brillato, nonostante avesse elementi esperti in rosa. Un’annata iniziata male è finita peggio. Non vi è mai stato un miglioramento nel corso dei mesi ed addirittura la squadra si è indebolita a gennaio invece di rafforzarsi”.
Il fatto che neppure un dirigente esperto come Lo Monaco sia riuscito a raddrizzare una rotta apparsa da subito sbagliata ha stupito in tanto: “Sono rimasto sorpreso ma evidentemente non c’erano le risorse economiche per fare qualcosa di diverso. La proprietà già da un paio di mesi ha capito che il progetto non avrebbe avuto sbocchi e che non vi erano le basi su cui poter costruire qualcosa per il futuro. Mentalmente hanno mollato la presa già molto tempo fa”.
Cecere non se la sente però di crocifiggere i calciatori: “Tutti hanno dato il massimo delle loro possibilità e Corona ha fatto di più di quello che gli si chiedeva. Gli under hanno fatto quello che potevano. La squadra era di un livello basso, non avrebbe potuto dare di più”.
Il futuro è nebuloso e l’ex portiere, che in carriera ha collezionato ben 367 presenze, tutte tra i professionisti con l’eccezione delle ultime 16 tra i Dilettanti, proprio in occasione del suo ritorno a Messina, è consapevole che il ripescaggio è tutt’altro che alla portata: “Lo Monaco iscriverà la squadra alla serie D, poi è difficile capire cosa accadrà. Se ci sarà un’offerta si farà da parte, altrimenti potrebbe andare avanti. Per riottenere la Lega Pro ci vogliono tantissimi fondi: 600.000 € di questi tempi sono davvero tanti. Se la proprietà troverà i fondi è chiaro che la domanda sarà accolta”.
Secondo Cecere, Lo Monaco è stato scoraggiato dall’impossibilità di ottenere ricavi supplementari sul territorio: “Ho avuto qualche scambio di idee nelle scorse settimane con Vincenzo Lo Monaco e l’ho visto molto dimesso. Si aspettavano un altro appoggio per avviare un discorso a lunga scadenza. Un imprenditore che si assume un simile onere vuole un ritorno. Zamparini ad esempio è sceso da Venezia e ha realizzato svariati centri commerciali a Palermo. Per attrarre davvero qualcuno devi garantirgli un certo margine d’azione e per fare calcio a certi livelli devono impegnarsi anche le Istituzioni. Messina è carente sotto tanti punti di vista ed il calcio è una valvola di sfogo fondamentale”.
Il calo d’entusiasmo della piazza è stato commisurato invece alla carenza di risultati: “Nel biennio coinciso con una doppia promozione vi era stato ovviamente dell’entusiasmo ed il pubblico alla fine ha sempre risposto. Quest’anno a bocce ferme in 1.800 si sono abbonati. La fiammella c’era, poi nel tempo si è spenta perché non c’era uno spettacolo adeguato. Ma come dicevo per mettere su una squadra più competitiva occorrevano altri fondi che i Lo Monaco non hanno stanziato, anche perché hanno ritenuto insufficienti i ricavi garantiti dal territorio”.