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Catania, una gara a porte chiuse e 10.000 euro di ammenda per gli incidenti in Coppa

Dopo i gravi fatti della finale di andata di Coppa Italia allo stadio “Euganeo” il Catania è stato sanzionato dal Giudice Sportivo della Lega Pro con l’obbligo di disputare una gara casalinga a porte chiuse e 10.000 euro di ammenda. I sostenitori etnei, che già avevano lanciato in campo fumogeni e petardi, come rilevato agli atti, al termine del primo tempo sono entrati (circa 150 unità) nel recinto di gioco, dirigendosi in prossimità dei tifosi avversari occupanti la Tribuna Est, prelevando uno striscione posto sulla recinzione e lanciando numerosi fumogeni verso il settore dei supporters locali. Durato diversi minuti lo scontro tra i tifosi del Catania e le forze dell’ordine, impegnate a sedare il tutto. Dal referto del commissario di campo è emerso che gli ultras etnei hanno inoltre danneggiato due vetrate di separazione del settore Curva Nord Ospiti dal recinto di gioco e un parapetto al varco di accesso al campo di gioco del settore Tribuna Est.

“Appare evidente – si legge nel comunicato – la gravità dei comportamenti dei sostenitori del Catania. Nella specie va rilevato che essi hanno determinato, anche in concreto, la ritardata ripresa del gioco dopo l’intervallo di circa 4 minuti a causa, peraltro, dell’invasione di campo da parte di un numero consistente di tifosi ospiti. Inoltre, hanno rappresentato un rilevante rischio per l’incolumità dei tesserati e dei tifosi ed egli addetti ai servizi (considerate le modalità dei lanci effettuati in reciproco danno dalle due tifoserie) e hanno provocato danni all’impianto sportivo”.

“La sanzione della disputa di una partita casalinga a porte chiuse verrà scontata in occasione della gara successiva di Coppa Italia Serie C che il Catania disputerà dopo la data di pubblicazione della decisione”, ovvero la finale di ritorno contro il Padova in programma il 2 aprile si giocherà senza pubblico. Il Padova è stato invece sanzionato con un’ammenda di 5.000 euro.

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