Gaetano Catalano non cerca alibi dopo il netto ko maturato contro il Foggia: “Non mi aspettavo una simile prestazione. Non avevamo mai disputato una gara del genere nel corso della mia permanenza a Messina. Tengo a metterci la faccia e mi assumo tutta la responsabilità della sconfitta e del nostro momento. Abbiamo giocato male e non è riuscito nulla di quello che avevamo preparato. Non siamo riusciti a mettere in campo la determinazione e l’intensità che abbiamo durante gli allenamenti”.
La squadra è apparsa ancora una volta bloccata e non è riuscita a rispettare le grandi aspettative della tifoseria: “I calciatori sentono la pressione rappresentata da una piazza importante, dove devi fare risultato e non puoi certo accontentarti dell’ottavo posto ma occupare posizioni consone alle tradizioni calcistiche della città. Vorrebbero uscire da un momento negativo ma ci siamo trovati di fronte un ottimo Foggia, che ci ha messo in difficoltà e non siamo riusciti ad esprimerci come volevamo. Ad ogni modo dopo che si tocca il fondo si può soltanto risalire”.
Il tecnico giallorosso è consapevole che la proprietà a questo punto potrebbe anche valutare provvedimenti drastici: “È normale che io mi senta in discussione. In questo lavoro un allenatore è sempre in bilico, figurarsi dopo una partenza così negativa. Non ho comunque ancora sentito il patron Pietro Lo Monaco, ci siamo parlati soltanto prima del fischio d’inizio, come d’altronde succede sempre in occasione delle nostre gare casalinghe”.
L’ex allenatore del Milazzo condivide il disappunto dei club organizzati, manifestato nell’intervallo ed a fine gara: “È giusto che i tifosi ci fischino, era accaduto anche l’anno scorso dopo alcune prestazioni non molto positive. Quando facciamo bene ci prendiamo gli applausi, adesso ci prendiamo i fischi giustamente. Non mi piace cercare alibi, anche se stanno pesando le assenze dei vari Maiorano, Costa Ferreira e Chiaria. Ad ogni modo non è un problema di singoli o di tattica ma di testa. Dobbiamo sbloccarci mentalmente e mettere in campo qualcosa in più perchè la serie D era una cosa, la Lega Pro è tutt’altro. Occorrono maggiore abnegazione ed impegno da parte di tutti”.