Tra i protagonisti della risalita dell’Acr Messina, capace di eliminare ben sei avversarie e raggiungere la finale di Coppa Italia di serie D contro il Matelica, e di scalare posizioni in classifica, ipotecando la salvezza in anticipo dopo un girone di andata da horror, c’è sicuramente il fantasista Giovambattista Catalano.
Nelle ultime sette giornate di campionato sono maturati quattro vittorie e tre pareggi, e il 25enne catanzarese ha dato il suo contributo. Un po’ come è avvenuto nell’ultima uscita con il Giulianova, avanti di due reti dopo un avvio choch. In appena 25 minuti i peloritani hanno però riconquistato l’accesso alla finale. È un Messina grandi imprese in Coppa, a questo punto ci credete? «Ci crediamo, è normale – assicura l’ex calciatore della Lupa Roma -. A questo punto giocheremo la finale con il Matelica per vincerla».
Con il tuo rigore hai avviato la rimonta. Si tratta dell’ottava rete stagionale tra Roccella e Acr. Quale la più bella, quale la più importante? «Quella di mercoledì è stata decisiva, perché ci ha consentito di avviare la rimonta e poi arrivare in finale. Per cui comprendete anche voi che peso specifico abbia avuto. Ma il gol più bello resta quello di Picerno, sempre in Coppa». Arrivato peraltro contro una squadra in cui Catalano ha collezionato 17 presenze e due reti nel 2016.
Credi ancora nei playoff o la salvezza è l’unico obiettivo realistico? Dove sarebbe potuto arrivare questo Messina? «Pensiamo innanzitutto alla salvezza, poi vedremo come finirà il campionato. Noi giochiamo tutte le partite per vincerle. Inutile pensare a quello che poteva essere e purtroppo non è stato».
Nell’ultimo anno e mezzo hai trovato molto più spesso la via del gol. Cosa è cambiato rispetto al passato: lo schieramento in campo o conta la rinnovata consapevolezza nei tuoi mezzi tecnici? «Nelle passate stagioni ho giocato in posizione più arretrata. Adesso sono più avanzato ed ecco perché è più semplice arrivare in fondo»
Con il Messina avete già parlato di futuro? Saresti pronto a ripartire ancora dalla città dello Stretto? «Sarebbe un piacere rimanere in questa grande piazza ma adesso siamo tutti concentrati su altro, sul campionato e sulla finale di Coppa Italia».
Quanto sono state importanti le esperienze nei settori giovanili di Cagliari e Pescara, squadra con cui hai esordito in A? Quale il ricordo di quel giorno? «Sono sicuramente opportunità che ti fanno crescere. Il ricordo dell’esordio è indescrivibile, bisogna viverle quelle emozioni per capirle davvero».
Cinque campionati nella Vigor Lamezia, con cui hai militato a lungo in C. E’ l’esperienza più significativa della tua carriera? «Considero tutte le tappe della mia carriera significative e, al di là della retorica, tutti gli anni sono stati importanti allo stesso modo. Quella in biancoverde è stata semplicemente la parentesi più lunga».