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Caso Orlandina, l’ex dt Curasì spara a zero: “Un bluff ridicolo di cui tutti sono colpevoli”

Il calcio a Capo d’Orlando potrebbe ripartire dalla Prima Categoria. Dopo stagioni tormentate segnate da veri e propri terremoti societari, si sta facendo di tutto affinchè l’Orlandina possa rinascere a nuova luce. Nessuno meglio di Roberto Curasì conosce la situazione, lui che è stato direttore tecnico nella stagione 2014/15, l’ultima della presidenza Romagnoli. I dubbi però sono leciti, il passato recente parla di un’Eccellenza giocata alla meno peggio, con dei ragazzini che domenicalmente giocavano per la gloria, fino alla mancata iscrizione al campionato di Promozione. Poi un fulmine a ciel sereno ha rimesso tutto in discussione, quella radiazione dai quadri federali che sembrava inevitabile e scontata adesso è diventata una montagna difficile si, ma non insuperabile.

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L’Orlandina in Prima Categoria? Possibile? Per Curasì si tratta di una “mission impossible”: “La notizia è senza dubbio fondata, ma siamo di fronte ad un ulteriore bluff. Non si può cancellare con un colpo di spugna tutto quello che è successo, tutti i debiti delle passate gestioni – ha dichiarato -. Purtroppo così non si fa altro che denigrare ulteriormente il calcio a Capo d’Orlando“.
Provare a rianimare un morto non avrebbe alcun senso, meglio azzerare tutto e ricostruire sulle ceneri: “Purtroppo si continua ad essere nelle mani di due o tre personaggi ridicoli, – ha tuonato Curasì – che stanno prendendo in giro un’intera comunità senza riuscire a proporre alternative. Leggendo questa notizia mi sento amareggiato, temo che stiamo perdendo ulteriormente tempo quando la cosa migliore sarebbe ripartire dalla III Categoria. Purtroppo queste persone non agiscono indisturbate o in solitudine e riescono ancora ad avere credito agli occhi degli sportivi orlandini. Il mea culpa in tanti lo devono recitare, dagli amministratori agli sportivi e non ultima la Federazione, che ha sul tavolo le pendenze degli allenatori che ancora aspettano i pagamenti per il lavoro svolto. La FIGC sa di di avere davanti a se un cadavere che cammina, ma nonostante tutto se ne continua a parlare, evidentemente conviene“.

L'ormai ex vice-presidente dell'Orlandina Roberto Curasì
Roberto Curasì ai tempi dell’Orlandina

Insomma il rischio è che il debito, che attualmente ammonterebbe a 50mila euro, cresca ulteriomente: “Questo non è un rischio ma una certezza, – ha continuato Curasi – perchè tra l’altro non esiste una società dilettantistica che non sia indebitata, questo avviene perchè non ci sono i giusti controlli. Nel caso dell’Orlandina è evidente che il monte debitario vada a crescere, ma questo vaso di Pandora può essere scoperchiato anche tra qualche anno, quando la pubblica amministrazione riterrà giusto fare tutti gli accertamenti del caso. Il calcio sta finendo proprio per questo motivo, tutti sanno ma nessuno ha il coraggio d’investigare. La Federazione ha una vertenza che risale a 3 anni fa, deliberata nel 2015 e ancora non pagata, nonostante ciò si continua a parlare di un’Orlandina iscritta nei campionati: è davvero ridicolo“.

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