La prima volta su una panchina italiana. Si è alzato ufficialmente il sipario sull’avventura di Giovanni Costantino da nuovo allenatore del Casarano. Il club pugliese ha deciso di puntare sul 37enne tecnico messinese, reduce dall’esperienza alla guida dell’MTK Budapest e con un bagaglio importante accumulato in giro per il mondo dati i trascorsi in Finlandia e poi nello staff di Marco Rossi, tra Slovacchia e Ungheria. Dal campionato vinto con l’Honved Budapest al raggiungimento della qualificazione agli Europei con la nazionale magiara le soddisfazioni sono state enormi nonostante la giovane età. L’abilitazione conseguita lo scorso anno al Master Uefa Pro, ovvero il massimo livello formativo riconosciuto a livello europeo, è stata l’ennesima grande conquista.
Adesso il prossimo campionato di Serie D da disputare come allenatore del Casarano, in un piazza calda e che rispecchia il modo di intendere il calcio di Giovanni Costantino, presentato questa mattina alla stampa in un hotel di Gallipoli. Accanto a lui il presidente Giampiero Maci, il suo vice Antonino Filograna, il direttore sportivo Francesco Montervino e il dirigente Marcello Perdicchia.
“In realtà – ha detto il trainer peloritano – la trattativa tra me e il Casarano è durata dieci secondi. Appena il direttore mi ha formulato la proposta ho accettato subito con entusiasmo. Si tratta di una piazza particolare. Mi hanno colpito l’identità, l’amore, quello che i casaranesi sentono dentro per questa squadra che in una cittadina di 20mila abitanti è una cosa unica. Ho frequentato la Curva per anni, amo il mondo dei tifosi e ho impressa nella mente un’immagine del passato della curva del Casarano con una bandiera brasiliana. Mi piacerebbe portare negli undici che scenderanno in campo orgoglio, identità, aggressività, mentalità, qualcosa che possa rendere orgogliosi la società e i tifosi”.
“C’è la volontà di creare una squadra molto aggressiva – ha aggiunto Costantino – che non abbia paura di nessuno e che voglia vincere più partite possibili. Le mie motivazioni sono massime e se riusciremo a fare un buon lavoro tutti insieme sarà una grande stagione. Non voglio porre limiti al futuro, ma non vedo l’ora di iniziare. Dover fare i conti con la pressione dell’ambiente credo che per un allenatore sia normale. Ho lavorato in società che avevano vinto campionati, in una squadra che aveva conquistato 23 titoli nazionali o in una Nazionale che nella sua storia ha disputato due finali dei Mondiali. A Casarano entro con tantissima umiltà, consapevole che c’è tanto da fare, ma la pressione si trasforma in motivazione. Ho bisogno di avere accanto persone che ci credono. La freddezza non fa parte di me, vengo da Messina e lì come in tutta la Sicilia c’è gente calda e passionale, oltre ad una pressione incredibile”.
Sui modelli e sul calcio che proporrà a Casarano: “Mi piacciono Guardiola e Klopp e ci sono degli allenatori che apprezzo in Italia come De Zerbi, Pioli, Dionisi, con il quale ho fatto il corso insieme a Coverciano, e Italiano, tutti diversi sotto ogni aspetto. Bisogna imparare da loro con la massima umiltà e cercare di migliorarsi, guardando sempre la categoria in cui si è. Al di là del modulo sarà comunque importante l’idea di gioco. Non mi piace il calcio casuale, buttando il pallone in avanti, la squadra deve difendere alta ed essere aggressiva. Non dobbiamo avere paura di nessuno, penso che questo sia il modo migliore per affrontare questo campionato. Non faccio proclami, ma daremo battaglia”.