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Di Carlo: “Saratov azzannata dalla nostra ferocia. Alleno un gruppo splendido”

Gennaro Di Carlo da tre anni è l’allenatore copertina di una Capo d’Orlando sempre più in auge. Dopo le fortune raccolte nei confini nazionali, oggi la sua SikiliArchivi approda al tabellone principale della Champions League (sarà inserita nel gruppo con fra le altre la Tenerife campione in carica, ndc), un traguardo impensabile per un team siciliano. Sfida mai in discussione contro i russi dell’Avtodor Saratov e questa è l’analisi del tecnico campano: “So il lavoro che ogni giorno facciamo in allenamento, la concentrazione, la voglia e le motivazioni che il gruppo mette in campo. Sono felice perchè è stata un’affermazione assoluta che ci ha visti passare nel giro di ottanta minuti dal meno sedici al più trenta. Quando la squadra ha preso fiducia e convinzione nel poter battere Saratov, i ragazzi hanno morso l’avversario senza dargli scampo. Oggi arriva il momento più difficile per noi perchè dovremo preparare due campionati, la serie A e la Champions League partendo da Pistoia, cliente difficile. Da oggi tutti ci aspetteranno al varco e non ci prenderanno sottogamba, le insidie non mancheranno ma saremo pronti per fare bene. Affronteremo al meglio tutto, anche le sconfitte che sono naturali in una stagione. Questo gruppo se può lavorare in tranquillità e con le giuste motivazioni potrà fare tanta strada.

Senza un roster lungo e completo non potremmo sostenere una stagione del genere, mi affido ai giovani e mi vedrete cambiare spesso starting five perchè tutti i ragazzi devono essere motivati ed avere le proprie possibilità. E’ il modo corretto per gestire un gruppo del genere e di questi sani valori. Non conta l’interprete, chi parte titolare o lo diventa, abbiamo dodici giocatori che possono giocare ugualmente. Tutti hanno fatto bene in difesa ed in attacco. Obiettivamente Saratov era stanca per via degli impegni ravvicinati e per il lungo viaggio ma sottolineo che la nostra squadra quando ha fiutato il punto debole poi è entrata in gamba tesa e non ha più mollato il colpo, questa è stata la bravura dei miei ragazzi. Sembrava quasi facile, è stata un crescendo come il match dello scorso anno con Cantù con i russi oggi soffocati dalla nostra ferocia agonistica”.

Daniele Straface

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