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Messina

Carabellò attacca Sciotto: “Gestione inadeguata, promesse non mantenute”

Durissima lettera aperta dell’ormai ex dg del Messina Giovanni Carabellò, che punta il dito contro la proprietà, lanciando durissime accuse. Pubblichiamo di seguito la sua nota stampa:

Sciotto, Giampà e Carabellò
Pietro Sciotto, Mimmo Giampà e Giovanni Carabellò

“Dopo le ennesime tristi vicende della scorsa estate ed essendo, intanto, trascorso un tempo sufficientemente lungo per valutare consistenza, idee, propositi ed intenzioni di chi, con slancio e prontezza, sembrava poter assicurare quel rilancio di cui il nostro calcio aveva assoluta necessità, è giunto il momento, per i tanti che, a vario titolo, ci siamo impegnati in questa operazione, di riflettere seriamente su quale potrà esserne il futuro.

È chiaro da tempo che, chi si era assunto l’onere di iscrivere la nuova squadra in serie D, dopo i facili proclami per guadagnare spazio e foto sugli organi di informazione, ha imboccato la strada di una gestione assolutamente antitetica con i principi più elementari, anche sul piano della correttezza, per garantire al club vita serena al presente e poter programmare un futuro migliore. Voglio tralasciare qui gli autentici scempi compiuti in fase di allestimento della squadra, affermo però senza possibilità di essere smentito che la solidità della compagine sociale e l’attendibilità dei suoi programmi si misurano sul compimento di alcuni atti imprenscindibili quali avere una sede sociale con conseguente recapito telefonico, assicurare almeno l’essenziale manutenzione agli impianti che il Comune ha messo a disposizione non prevedendo deroghe ai regolamenti d’uso, osservare in tutto e per tutto le norme igienico sanitarie, assumere regolarmente ed in numero congruo il personale necessario a portare avanti le attività sociali, garantire sempre ai calciatori ed allo staff tecnico le migliori condizioni per lo svolgimento della loro attività, mantenere gli impegni, anche se presi oralmente, rispettando le scadenze concordate per i pagamenti, ottemperare prontamente e puntualmente alle prescrizioni della Commissione Prov.le di Vigilanza ed a quelle del Questore contenute nella licenza di PS, gestire al meglio il Settore Giovanile, etc.

Sciotto e Carabellò
Sciotto e Carabellò nei corridoi dello stadio

Ed invece, al di là dei sempre più asfittici appelli alla città offrendo in cambio il miraggio di un Celeste dove, peraltro, con inspiegabile pervicacia ci si è rifiutati di sottoscrivere autonomo contratto per la fornitura di elettricità, ci si ritrova ad oggi senza aver sentito il dovere di onorare almeno il debito con il qualificato manutentore, Sig. Freni Fano, al quale a tamburo battente era stato commissionato un intervento necessario per ottenere l’agibilità dello Stadio “Franco Scoglio”. A questa situazione debitoria se ne cumulano tante altre, alcune risalenti addirittura alla prima fase di ritiro a Rocca di Caprileone. Le condizioni igieniche della foresteria e dell’annesso “ristorante”, poi, risultano essere assolutamente precarie con recente invasione di ratti mentre, ad es., sul mezzo adoperato per il rifornimento degli alimenti vengono trasportati gli indumenti da lavoro usati per allenamenti e partite. Al manipolo di lavoratori, poi, è stato promesso un salario da fame, non solo senza le garanzie di legge ma anche senza una semplice copertura assicurativa contro gli infortuni (e qualcuno ne è già rimasto vittima). Circostanza che vede accomunata la cerchia del personale che opera allo stadio in occasione delle gare interne. Stadio che, peraltro, non viene rifornito del gasolio necessario per garantire una doccia calda ad atleti ed arbitri. Per non parlare dello stillicidio sugli accordi economici con i calciatori, a cominciare dalla pantomima sull’art. 108 NOIF (e anche Gomis avrebbe qualcosa da dire al riguardo), passando dalla corresponsione, a scadenze altalenanti, di somme inferiori al concordato, per arrivare ad incredibili diatribe e giravolte su come garantire il vitto e l’alloggio accordati. Ora, pur essendo pacifico che ognuno degli interessati ha, come me, a disposizione tutti gli strumenti di legge per tutelarsi al meglio, penso che non possa sfuggire come quello su descritto sia un quadro quasi identico a quello che ha coinvolto nel recente passato la società che non si è iscritta alla serie D e che, perpetuandosi questo stato di cose, ogni speranza per un futuro migliore per il nostro calcio deve considerarsi dissolta.

Sciotto
Il presidente Sciotto in tribuna, con Lamazza e Carabellò (foto La Macchia)

Ed è per questo che qui invoco l’intervento di tutte le Autorità preposte, segnalando anche che fino a quando si è pagato qualcosa per la quasi totalità si è fatto ricorso al contante, a cominciare sia dalla FIGC che dall’Amministrazione Comunale la quale, pur con qualche perplessità, ha dato il beneplacito alla nascita della nuova società a seguito di una impegnativa lettera di intenti che prevedeva un budget economico sulla base di un esborso garantito di 1.300.000 euro annui c. per un  triennio e che, a questo punto, devono sentire il dovere di fare una prima verifica assolutamente propedeutica anche alla ventilata concessione degli stadi che non può avvenire se non con le stringenti previsioni dei regolamenti di settore.

Ciò perché la Città di recente ha dovuto prendere atto dell’impossibilità di riscuotere le cospicue somme a carico del vecchio club, ma anche, per il rispetto dovuto alle tre società che partecipano al campionato di Eccellenza e che hanno a loro carico tutte le spese per gli impianti che vanno ad utilizzare. Per stare nel calcio di oggi ci vogliono dimostrata solidità ma anche serietà e correttezza per garantire, nel pieno rispetto di leggi e regolamenti, ai tanti, tifosi e non, la possibilità di sognare rendendo sempre più florido un movimento di grande rilevanza sociale”.

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