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Capuano: “Il Messina ha spadroneggiato a Caserta, Emmausso sembrava Ronaldo”

Visibilmente emozionato ringrazia tutti per gli auguri di compleanno (sono 59 candeline) prima di presentare la sfida di domenica prossima con il Messina, una delle sue tante ex squadre, che dovrà forzatamente vivere dalla tribuna causa squalifica. Il tecnico del Taranto Ezio Capuano, in conferenza stampa, è il solito fiume in piena: “Ci aspetta una partita molto complicata, non tanto per le assenze, ma perché per la prima volta giocheremo con il 50% dei giocatori di movimenti che non hanno mai giocato. Oltre alle defezioni per squalifica e infortuni avremo in meno alcuni che sono stati i pilastri di questa squadra, ma cercheremo di mettere su una squadra equilibrata”.

Taranto
Eziolino Capuano con una mano fasciata (foto Paolo Furrer)

Il Messina, vittorioso a Caserta, lo ha studiato a fondo: “Quando leggi la distinta di gara e vedi giocatori come Ragusa e Plescia non in campo da titolari e mi fermo qui, capisci il potenziale della squadra che hai di fronte. L’ho studiata nelle ultime partite e a Caserta, contro una squadra in forma, tra le più forti in assoluto, hanno spadroneggiato dal 1′ al 94′, facendo un calcio da categoria superiore, essendo allenati benissimo e creando l’impossibile. Cercheremo attraverso i nostri codici di ottemperare alle loro giocate per portare a casa un risultato positivo. Anche noi viviamo un ottimo momento, ma abbiamo cambiato il 50% della squadra e tenendo conto che il nostro marchio più importante è l’organizzazione in poco tempo non sarà facile”.

Eziolino Capuano
Il tecnico del Taranto Eziolino Capuano (foto Paolo Furrer)

La sua squalifica, anche per le modalità (pugno e almeno dieci bestemmie riportate nel provvedimento del Giudice Sportivo dopo l’1-1 con il Picerno), ha fatto parecchio discutere in settimana. “Io sono stato sempre correttissimo, mi sembra che una sola volta da quando sono a Taranto sia stato squalificato dopo la partita, è accaduto ad Avellino. Se ho bestemmiato me ne vergogno ed è giusto che paghi, però voglio dire all’Italia calcistica che si è molto speculato. Ho dato un pugno nella porta del mio spogliatoio, prendendomela con me stesso, chiedendomi come si faceva a non vincere questa partita e bestemmiando, sicuramente non dieci volte. Se un allenatore non si può sfogare quando la partita era finita da mezz’ora… Se non fosse stato Capuano non so se un altro sarebbe stato squalificato. Io non ho offeso nessuno, com’è mio costume, ero lontanissimo da tutto e tutti. Bestemmiare è la cosa più squallida che possa esserci, me ne vergogno, però mi auguro che lo stesso tipo di comportamento ci sia contro tutto e tutti. C’era evidentemente la Dia presente allo stadio, non la Procura Federale”.

Taranto
Il Taranto raccoglie l’applauso dei 7mila dello Iacovone (foto Paolo Furrer)

Uno stop che lo costringerà ad osservare i suoi dalla tribuna al “Franco Scoglio”. “In panchina ci sarà Zangla, un ottimo allenatore che sarà in grado di condurre la squadra. Noi però non improvvisiamo, chi va in campo sa cosa deve fare. Per me stare lontano dalla panchina è come avere un figlio che si sta operando e non si può stare in sala d’attesa ma fuori dall’ospedale, lontanissimo da lui. Soffrirò, non c’è ombra di dubbio”.

Sul Messina si è fatto un’idea ben precisa, distinguendo tra rendimento casalingo e esterno. “Loro giocano sempre, fuori casa hanno più spazi e possono imporre con facilità il loro gioco, in casa è diverso. Il Messina se sei lungo o largo ti massacra, mentre se sei bravo nell’accorciare gli togli qualche giocata. Davanti si muovono benissimo con questo attacco alla linea e hanno giocatori fortissimi, come Rosafio, l’ultimo arrivato, se hanno degli spazi ti fanno male. Il 2-0 di Caserta non è veritiero, Emmausso sembrava Cristiano Ronaldo, ma ha sbagliato anche due o tre gol. Il Messina è una squadra forte che posso solo applaudire, mi auguro che domenica non avranno le stesse giocare, molto dipenderà da noi”.

Manetta
Manetta rientra negli spogliatoi (foto Paolo Furrer)

A guidare la difesa giallorossa c’è quel Manetta che conosce bene per averlo allenato nella scorsa stagione in rossoblù: “Manetta non è rimasto a Taranto per una sua scelta, era per me confermatissimo. Io prediligo l’uomo al calciatore e lui è uno di quelli che ho allenato per il quale il valore dell’uomo supera di gran lunga il valore del calciatore. Non fu una questione tecnica, poi ci sono gli aspetti contrattuali dove ciascuno può fare la propria scelta”.

Dal mercato sono arrivati a Taranto in settimana De Marchi e Miceli. “I giocatori li studiamo e poi li andiamo a prendere. De Marchi sa attaccare la profondità, è forte di testa, una bestia. Miceli vi svelo che l’ho bloccato da sei mesi, da quando sapevo che Antonini poteva andare via, era l’unico giocatore che in C poteva sostituirlo. Lui ha rifiutato tutto aspettando Taranto, gli avevo dato la mia parola d’onore e non c’era bisogno di andare dal notaio. A differenza di tanti squaletti che in questo mondo non sanno mantenere la parola data, per me esistono l’onore e la dignità. Penso di aver portato qui un grosso giocatore, ma soprattutto un grande uomo. Si tratta di un elemento molto fisico, forte nella difesa a tre, strutturato, non molto rapido, ma è venuto con un entusiasmo devastante”.

Eziolino Capuano
Le indicazioni di Eziolino Capuano (foto Fabio Mitidieri)

Capitolo cessioni. Le partenze di due big come Antonini e Romano sono per Capuano due storie profondamente diverse: “Il procuratore di Romano ha sfruttato una clausola risolutiva nel contratto, della quale non ero a conoscenza, è andato via, non è stato ceduto. Stava facendo benissimo e gli abbiamo prolungato anche il contratto. La cessione è stata quella di Antonini, che mi ha chiesto per sei mesi di andare in B, è lui che ha scelto il Catanzaro. Faccio ai calabresi i complimenti, hanno preso un grosso giocatore ed auguro a lui il più grande bene. Parliamo di una delle mie più belle scoperte nel calcio, soprattutto come uomo. Non si può trattenere nessuno, ma non lo avremmo mai ceduto, però non era più quello di prima ed abbiamo esaudito il suo desiderio. Avevamo tre richieste, una di una squadra che al 90% andrà in Serie A, lui è voluto andare al Catanzaro e noi lo abbiamo accontentato, siamo uomini d’onore. A livello numerico siamo pochi, ho però individuato un giocatore forte, con le palle ottagonali, che porterò a Taranto. Noi siamo il Taranto, non il Pescopagano calcio. Venire a giocare qui, non dimentichiamolo, è un desiderio di tutti e un privilegio di pochi”.

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