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Capuano: “Gara da rinviare, cambino le regole. In campo a digiuno, non è calcio”

È a dir poco amareggiato il tecnico Eziolino Capuano, dopo la domenica da incubo vissuta dal Messina in seguito alla positività evidenziata da un tampone rapido effettuato in mattinata: “Indipendentemente dal risultato, credo che quanto vissuto oggi non lo avevo mai visto in 32 anni di calcio, è una pagina vergognosa. Il Catanzaro non c’entra nulla ma le regole vanno cambiate, a beneficio di tutti. Siamo stati per sei ore in mezzo alla strada, senza mangiare. Siamo dovuti andare in una farmacia, dove abbiamo aspettato per tre ore e mezza per effettuare i tamponi”.

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Il Messina saluta il pubblico giunto dallo Stretto (foto Paolo Furrer)

L’allenatore giallorosso contesta soprattutto quanto è poi accaduto allo stadio nel pre-gara, in un match inizialmente rinviato alle 20:30 e poi iniziato regolarmente alle 20: “Siamo arrivati allo stadio quaranta minuti prima dell’inizio. Credo che il regolamento imponga di avere almeno 45 minuti per riscaldarsi, ma non potevo fare prendere una multa alla mia società. Ho chiesto un posticipo di quindici minuti, che non ci è stato consentito dalla terna arbitrale, che doveva rispettare l’orario fissato dalla Lega. I ragazzi sono stati eroici. Temevo si facessero male tutti, come Adorante e Morelli, ma è tutta una conseguenza. Siamo entrati in campo dopo avere mangiato soltanto un toast in 14 ore e poi nel riscaldamento un calciatore è svenuto…”.

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I sostenitori del Messina presenti a Catanzaro (foto Paolo Furrer)

In un simile contesto, il calcio giocato passa in secondo piano: Con i cambi dovevo dare una scossa alla squadra per evitare che finisse malissimo. La squadra è rimasta in gara fino alla fine nonostante le tante defezioni. A un certo punto eravamo in campo con nove under, è un miracolo essere rimasti in partita con una banda di ragazzini contro una delle formazioni più quotate del campionato. Chi ha deciso di farla giocare è stato un po’ sufficiente. Si poteva rinviare a domani, anche perché non avremmo certo recuperato gli infortunati o gli squalificati. Abbiamo rischiato di perderne altri. Non si possono trattare gli esseri umani come bestie, ci vuole buon senso. Di calcio è inutile parlarne. Abbiamo tenuto alto il nome di Messina. Non lo meritavano i tifosi, che hanno compiuto il sacrificio di restare per tante ore allo stadio”. 

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