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Cantù, Sacripanti vuole la reazione con l’Upea: “Vogliamo riprenderci i punti persi in casa”

Coach Stefano Sacripanti ha incontrato i giornalisti alla vigilia della gara esterna della sua Acqua Vitasnella sul campo dell’Upea Capo d’Orlando, nel match valido per la decima giornata del campionato di serie A Beko: “Quella di domenica è una partita molto importante. Abbiamo perso dei punti preziosi in casa e dovremo avere la forza di andare a riprenderceli”.
Credi di poter avere un vantaggio dal punto di vista delle rotazioni e della freschezza atletica?
“Per quanto riguarda l’aspetto atletico non penso dato che l’Upea ha un quintetto di grande fisicità con un playmaker come Sek Henry, che è alto e grosso, due esterni come Freeman e Burgess, che a loro volta hanno un notevole impatto fisico, e una coppia di lunghi straordinariamente atletici come Archie e Hunt. E’ vero invece che sotto il profilo numerico potremo avere un vantaggio dato che probabilmente Pecile non giocherà e che, con Nicevic infortunato, Capo d’Orlando conta in panchina solamente su Basile e Soragna. Dovremo fare attenzione però perché i siciliani schierano spesso quattro piccoli e questo può creare delle situazioni pericolose”.
Le loro esigue rotazioni ti porteranno a mantenere un ritmo più alto?
“Dobbiamo cercare di non snaturarci. E’ ovvio che tenteremo di sfruttare i loro punti deboli senza però cambiare il modo di giocare. L’intensità sarà comunque un aspetto chiave”.

Il coach di Cantù Pino Saripanti
Il coach di Cantù Stefano Saripanti

Ora non dovrai più fare rotazioni vista la partenza di Mbodj.
“Voglio ringraziare Cheikh per diversi motivi. Per prima cosa ci tengo a sottolineare che lui è un buon giocatore. Le circostanze hanno fatto si che si fosse in soprannumero nel reparto lunghi è la scelta è stata quella di privilegiare due elementi abbastanza diversi come Williams e Shermadini. Mbodj è stato quindi sacrificato nelle rotazioni, ma non certo per demerito. Cheikh si è sempre comportato con grande professionalità ed è un ragazzo umanamente di notevole serietà e bontà che ha legato con tutti i suoi compagni e che si è sempre impegnato al massimo. E’ chiaro che cogliendo l’occasione di far arrivare Shermadini abbiamo dovuto limitare il suo minutaggio. Noi non abbiamo spinto perché andasse via, però con grande rispetto il giocatore ci ha fatto presente che aveva diversi contatti per essere valorizzato in un altro contesto e la sua scelta è poi ricaduta su Sassari. Ci lascia un ragazzo splendido a cui auguriamo tanta fortuna.
A questa squadra manca un playmaker?
“E’ chiaro che Darius Johnson- Odom è un playmaker realizzatore e forse ci manca un regista “puro”. Qualche deficit a livello offensivo però non lo collego a questo aspetto, quanto a situazioni diverse che affrontiamo in allenamento. Per esempio la partecipazione degli esterni nel servire la palla ai lunghi credo che prescinda dal play che chiama lo schema. Quando qualche azione non è perfetta viene istintivo, soprattutto per chi non rivede la partita, prendersela con il playmaker. Però molte volte quello che manca è magari la sponda dell’ala o il tempo del passaggio degli esterni. Poi è chiaro che Darius attacca spesso il ferro, lo sapevamo e lo sappiamo, però disputa anche prestazioni come quella di mercoledì. Penso che in quest’ottica sia stato prezioso il lavoro di Feldeine che ha giocato un’ottima gara”.

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