Ecco servito un altro colpo da novanta per il mercato del Città di Taormina, che sta allestendo una rosa davvero importante in vista del prossimo campionato. Il direttore Giovanni Cardullo da molti giorni era al lavoro per regalare a Marco Coppa un attaccante di alto livello e a vestire il biancoazzurro sarà Antonio Cannavò. Classe 1992 e un curriculum che non necessita di presentazioni, ha indossato le maglie dei club più importanti della provincia, come Igea e Milazzo, fino alle esperienze in D con Licata e Giarre.
La punta messinese potrà finalmente avvicinarsi alla sua città: “Più che un inseguimento è stata una trattativa nata per caso. Dopo qualche anno volevo avvicinarmi a casa, così è nato il contatto con l’amministratore Lo Re e il direttore Cardullo, che hanno qualità difficili da trovare nel mondo del calcio: hanno una concezione del rispetto fuori dal comune. Qui ci sono persone ambiziose che mi hanno spinto a sposare il progetto. Ho voluto fare una scommessa per centrare obiettivi importanti. Ho sempre dato l’anima, il calcio non è una scienza esatta, occorre lavorare e basta”.
Cannavò spiega cosa abbia significato per lui la lunga parentesi di Licata: “Finora mi sono divertito perché negli ultimi anni ho sempre creduto nei progetti: a Licata sono stato quattro anni. È stato un pezzo della mia vita, mi sono rimasti rapporti umani e questa è una delle cose più belle che ti può regalare il calcio. Spero di ripetere la stessa esperienza qui a Taormina”.
Al Città di Taormina Cannavò ritrova tanti volti noti: “Ritrovo compagni che ho incontrato nel corso della mia carriera. Con Roberto Assenzio giocavamo insieme nel Camaro quindici anni fa. Conosco Santino Biondo, con Max Lucarelli ero insieme a Rocca di Caprileone. È un piacere essere qui”.
Il prossimo campionato di Eccellenza si preannuncia davvero competitivo, ma per Cannavò il Città di Taormina può recitare un ruolo importante, a patto che si crei un grande gruppo: “Ritroverò un’Eccellenza diversa, l’ultimo mio campionato in questa categoria è stato a Milazzo. Sarà dura, ci sono squadre con giocatori importanti ma questa categoria non si vince con i nomi. Io stesso ho giocato in squadre fortissime che non hanno raggiunto la promozione. Ci dev’essere un gruppo coeso, il piacere di stare insieme deve essere una componente fondamentale”.