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Messina

Candido: “La proposta del gruppo Barbera è stata rigettata troppo presto”

Giovedì 5 maggio è stato l’imprenditore del caffè Francesco Barbera a comunicare il suo disimpegno. 24 ore dopo è toccato invece al suo partner, lo storico presidente dell’Atletico Catania Franco Proto. Da allora nessun’altro commento ufficiale, anche perché lo stesso Barbera da venerdì è stato per qualche giorno all’estero per lavoro.

Bonaventura Candido
L’avvocato Bonaventura Candido rappresenta il gruppo Barbera

Nel suo entourage la trattativa per l’eventuale acquisto del Messina viene definita un capitolo chiuso e un’occasione perduta. Al di là delle smentite, ovvio il dispiacere per l’operazione sfumata, già abbozzata dopo la sponsorizzazione in occasione del derby con il Catania dell’ottobre scorso e poi portata avanti per mesi, seppure sotto traccia.

L’attuale presidente Natale Stracuzzi e i suoi collaboratori hanno prospettato alla controparte la possibilità di acquisire le quote di minoranza del club, ovvero il 49% del pacchetto azionario. Un’eventualità che non verrà presa in considerazione da Barbera, il cui gruppo avrebbe gradito maggiore potere decisionale. Sul punto c’è peraltro un equivoco, secondo l’avvocato Bonaventura Candido, che cura gli interessi dei potenziali acquirenti: “Noi pretendevamo che l’attuale proprietà restasse all’interno del club. Il gruppo che rappresento non voleva però acquisire le quote della società ma immettervi dei fondi per farla funzionare meglio. E quindi conferirli come aumento del capitale sociale”.

Stracuzzi e Gugliotta con Di Napoli e il ds Argurio
Stracuzzi e Gugliotta con Di Napoli e il ds Argurio (foto Alessandro Denaro)

Il legale messinese ritiene che gli attuali quattro soci dell’ACR non abbiano ponderato fino in fondo la portata della proposta: “A mio avviso sono stati un po’ precipitosi nel rifiutarla, senza averla valutata adeguatamente. Avrebbero appurato che era utile alla squadra e tutt’altro che dannosa per loro”.

Barbera tornerebbe indietro sui suoi passi soltanto se venisse accettata l’offerta originaria, ovvero quella delle otto quote da 12,5%, con la “clausola” relativa al milione di euro di debiti. L’imprenditore non ha però gradito i continui riferimenti alla “messinesità”, che hanno messo in cattiva luce Proto. Il suo gruppo approva l’intenzione di puntare su professionisti del nostro territorio (come è avvenuto nell’ultima stagione con il dg Manfredi e il ds Argurio) ma in un calcio che ormai è globale non condivide la totale preclusione per investitori provenienti da fuori.

Immacolato Bonina
Secondo le ultime indiscrezioni, non era Immacolato Bonina l’imprenditore tirrenico coinvolto nella cordata

Tanto più che una delle sei quote che sarebbero toccate al suo gruppo sarebbe andata a una società veneta, che aveva appena dato il placet all’operazione. Ad assicurarsi un 12,5% del pacchetto complessivo sarebbero poi stati lo stesso Barbera, Proto, il presidente della Fip Sicilia Antonio Rescifina, un gruppo di commercianti e professionisti messinesi e infine un imprenditore della provincia tirrenica, che non era però Immacolato Bonina.

L’ex presidente dell’Igea Virtus è reduce dalla sofferta retrocessione del Barcellona Basket, originata proprio dalla necessità di ridurre gli investimenti nel mondo dello sport, dopo alcune annate caratterizzate da ben altri budget, e non si sarebbe quindi impegnato in un’operazione che pure lo stimolava. Sul tema una smentita era d’obbligo, dopo le fuorvianti indiscrezioni degli ultimi mesi. Le prossime settimane e l’ennesima estate calda sul fronte del pallone messinese chiariranno se questa variegata formazione avrà davvero rinunciato definitivamente alla scalata all’ACR.

Nella foto in alto (scattata da Enrico Di Giacomo): Francesco Barbera, Franco Proto e Bonny Candido.

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