E’ ripartito dagli errori e dalla sofferenza della passata stagione, senza però commettere l’errore di gettare via il bambino con tutta l’acqua sporca. Adesso è lassù, a guardare tutti dall’alto in basso. Quella del Camaro di Peppe Furnari è forse la storia più bella che sta raccontando questo campionato di Promozione, con i messinesi che stanno scombinando i piani di formazioni ben più accreditate per la vittoria finale.
Niente è comunque frutto del caso: questi risultati sono figli di quel sudore che i ragazzi stanno gettando sul campo fin dal caldo mese di agosto, con Furnari che ha subito dato una chiara impostazione alla squadra. “Questi risultati partono da una società seria, – dice il tecnico – che pondera ogni passo senza cercare di strafare ma soprattutto da un gruppo di ragazzi con gradi doti umane e calcistiche. Ho la fortuna di avere alle spalle uno staff di grande qualità, preparato e competente“.
Tra i padri di questo Camaro non si può non citare Pasquale Rando, figura di grande spessore ed esperienza che però non oscurato quella di Furnari: “Pasquale non ha mai avuto l’interesse di tornare in panchina, né ci ha mai provato con me o coi miei predecessori – ha commentato -. Lui da tempo ha deciso di svestire i panni dell’allenatore per indossare quelli dell’Amministratore Delegato. Anzi, personalmente mi sta aiutando tanto. Poter contare sulla presenza di un uomo che ha allenato così tanti anni ottenendo i suoi risultati, per me non può essere che d’aiuto. Non dico che sia stato lui a scegliermi, ma è merito suo se sono tecnico del Camaro. Ormai la figura dell’allenatore è molto cambiata, non c’è più un solo responsabile ma uno staff che collabora, si confronta e dialoga anche con la società, posto che da un punto vista tecnico le scelte le prendo io. Ormai questo modus operandi si può tranquillamente riscontrare anche in realtà professionistiche”.
Superato lo stupore iniziale, adesso sta prevalendo il principio che vincere aiuta a vincere, con quel primo posto che piace e che non sarà lasciato facilmente alla concorrenza: “Sin dal primo giorno di preparazione ho sempre detto che non dobbiamo mai guardare la classifica, affrontando tutte le partite con la massima intensità e cattiveria – ha continuato Furnari -. Dal primo agosto i ragazzi si allenano con concentrazione. Stare lassù ci fa piacere ma non dobbiamo cambiare la nostra mentalità, dobbiamo solo pensare a fare bene domenica dopo domenica per ottenere più punti possibile. Mercato? Non è competenza mia, – precisa – sono contento del gruppo che ho, tutti ci etichettano come sorpresa e ci fa piacere, vuol dire che stiamo lavorando bene. Non ho motivo per chiedere di spostare una sola virgola di questo gruppo, ma poi la società farà le sue valutazioni. Sono tranquillo perchè ognuno lavorerà per migliorare il Camaro e siamo contenti perché il primo obiettivo era quello di creare un gruppo solido, coeso e forte e devo dire che ci siamo riusciti“.
Camaro è da sempre sinonimo di un settore giovanile di qualità, da cui la prima squadra attinge sempre con ottimi risultati: “La valorizzazione dei giovani è fondamentale e su questo la società è sempre molto attenta. Quest’anno abbiamo schierato dei ragazzi classe ’98 e ’99, abbiamo sempre più ragazzi che si aggregano alla prima squadra, mentre con noi si allena anche qualche ragazzo del 2000. Ma già lo scorso mi risulta che qualche ragazzo del ’99 avesse fatto qualche presenza in prima squadra, quando gli Under erano i classe ’96 e ’97, questo dimostra che se c’è da scommettere sui giovani il Camaro non si è mai tirato indietro“.
Se poi si scoprono pure talenti come l’estremo difensore classe ’98, Sammatrice, allora tutto diventa ancora più semplice: “Damiano per noi è una scoperta, ma in società ci sono elementi che fanno questo ed hanno fiuto per questi talenti. Sta facendo una grande stagione, sabato scorso ha fatto una grande prestazione e sta dando sicurezza all’intero reparto. Ma reputo poco corretto parlare del singolo, questi successi li sta ottenendo un gruppo che è stato capace di raggiungere risultati in campi come Terme Vigliatore o a San Biagio, dove abbiamo giocato senza quattro o cinque titolari”.
L’unica nota stonata è rappresentata dalle condizioni in cui versa il “Marullo”, realtà in cui la società continua ad investire: “Purtroppo questa è la dimostrazione che a Messina si continua a non tener conto dello sport dilettantistico. Sia noi che il Città di Messina rappresentiamo la città e nonostante ciò la partita ha risentito per via delle condizioni in cui versa il terreno di gioco, che non appena ha iniziato a piovere è diventato quasi impraticabile. Pasquale Rando dedica molte ore al giorno alla cura del campo, io stesso ci sono affezionato – conclude – perchè al “Marullo” ci sono cresciuto, ma purtroppo servono ben altri interventi che esulano dalle nostre competenze”.