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Messina

Camarda: “Una disgrazia”. Orioles: “Perdo un fratello”. Santamaria ricorda le lacrime di Mazara

La fatalità ha voluto che nel giorno della sua ultima partita Salmeri prendesse il posto nel finale proprio di Guido, coinvolto insieme a lui nel tragico incidente che gli ha tolto la vita. Nell’annata della storica promozione del Milazzo in Seconda Divisione il giovanissimo Marco, con ben 30 presenze, fu addirittura il terzo atleta più impiegato da Venuto, dopo Torcivia e Camarda. La sua unica rete fu una delle più pesanti ed arrivò nello storico 3-0 con i mamertini superarono il blasonato Avellino al “Grotta Polifemo”.

Salmeri era titolare nel Milazzo che sbancò il
Salmeri era titolare nel Milazzo che sbancò il “Partenio” di Avellino, ipotecando l’approdo in Seconda Divisione

È sconvolto il suo ex capitano Mirco Camarda, oggi al Città di Messina: “Sono frastornato, non riesco ancora a crederci. Era un calciatore promettente, che ha avuto poca fortuna nello sport ed ancora meno nella vita. Sempre solare e simpatico, stava bene con tutti. A Milazzo gli volevano tutti bene. Questa notizia ha colpito l’intera comunità. Disgrazie come questa non dovrebbero accadere. Gliaca di Piraino e Milazzo sono adesso chiamate a superare un momento molto duro, non sarà facile”.

Anche Davide Santamaria dopo i successi di Milazzo si è accasato nel capoluogo ma i ricordi e le emozioni sono difficili da riordinare: “In questi momenti non è facile trovare la parole. Sono scoppiato a piangere non appena ho appreso la notizia. Abbiamo condiviso tante avvenute, perché Marco faceva parte del gruppo storico che in tre anni vinse tre campionati. Sono sconvolto e non ho la forza di reagire ma scelgo un episodio che ritengo significativo: prima della gara promozione a Mazara Salmeri era a tavola con la squadra ed all’improvviso scoppiò a piangere. Era un milazzese doc, un tifoso prima di tutto e quel giorno l’emozione lo ha tradito. Siamo andati tutti a rincuorarlo”.

Riesce appena a spiccicare qualche parola al telefono un altro milazzese purosangue come Giuseppe Orioles, adesso all’Orlandina: “Non ho parole, sono distrutto. È morto un fratello, di vita ed in campo. Era se possibile ancora qualcosa di più, con cui ho vissuto a Milazzo degli anni splendidi. Ho tanti ricordi, che non riesco in questo momento a dominare. Adesso spero che Dio protegga almeno la sua famiglia”. 

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