Schietto, innamorato della sua etica del lavoro e abile comunicatore. Sono le tre caratteristiche peculiari che hanno fatto scoccare la scintilla tra l’ambiente giallorosso e il tecnico della Sigma Barcellona Marco Calvani. Cinque mesi intensi i suoi alla guida della formazione del presidente Immacolato Bonina, presa per mano ad inizio gennaio dopo le precedenti gestioni di coach Perdichizzi e il breve interregno del suo fedele assistente Ducarello e condotta fino al primo turno dei playoff, chiuso contro quell’Upea Orlandina dei record che adesso si giocherà in finale la promozione in massima serie. Romano verace, che non più di un anno fa ha guidato la sua Acea ad una sensazionale finale scudetto contro la Montepaschi Siena dei sette titoli italiani, ma con la Sicilia sempre nel cuore avendo maturato esperienze dense di significato anche con la Pallacanestro Trapani nel 2008 mentre la scorsa estate è volato in America per ricoprire il ruolo di consulente della Loyola University di Chicago.
Ha momentaneamente lasciato il massimo campionato e si è tuffato a capofitto in quest’avventura ambiziosa nel secondo campionato nazionale per sposare il progetto del presidente Bonina e rilanciare una squadra dalle grandi qualità ma anche capace di incappare in inattese defaillance.
Proprio il rapporto con la squadra è al centro della sua disamina dell’esperienza maturata a Barcellona con un grande carico di umiltà: “Posso dire senza dubbi di aver legato con tutti, dalla società che nelle relazioni quotidiane. Dal punto di vista sportivo non posso essere soddisfatto, e mi ritengo responsabile per questo, perché non sono riuscito a trasmettere la mia visione e le mie idee alla squadra. Probabilmente dei vizi all’interno del team c’erano già ma non sono io a doverlo dire. Per il resto solo sensazioni positive per la mia avventura compresa l’appendice dei playoff che ci ha visti uscire al primo turno”.
Trovare una panchina a stagione in corso, ereditando un progetto tecnico e ripartire dal secondo campionato nazionale nell’anno della grande riforma. Quali le difficoltà incontrate?
“Nessuna in particolare. Se parti in estate nella costruzione della squadra la difficoltà è quella che le tue idee vanno assemblate per il bene del gruppo, se viceversa arrivi in corsa significa che devi mettere mano a qualcosa che precedentemente non ha funzionato, a conseguenza di un esonero e di un cambio di conduzione tecnica. Il campionato non mi ha sorpreso, ha proposto un buon livello tecnico con diverse new entry di società che si pongono alla ribalta del movimento nazionale. Lo stesso avviene tra i naturali destinatari di questo sport, i giocatori, con casi di exploit significativi come Jenkins, partito lo scorso anno da Brescia e quest’anno un fattore a Cantù e che il prossimo anno potrebbe fare un ulteriore salto di qualità. Non mancano casi similari nel passato come Janning di Casale, ora a Siena e Hickman punto di forza del Maccabi campione d’Europa”.
Allenatore molto passionale, durante la stagione non sono passati inosservati i suoi appelli al pubblico di Barcellona, da sempre considerato autentico punto di forza per la squadra giallorossa. Nel momento decisivo i supporter hanno risposto presente.
“Ricordo sempre da avversario della Sigma com’era difficile giocare al PalAlberti con un pubblico che t’impressionava per attaccamento e qualità. Per questo ero perplesso all’inizio nel constatare una divisione in due fazioni distinte del pubblico posizionate in due punti del palasport. Questo non aiutava la squadra. Poi il messaggio è arrivato con la divisione che è venuta meno ed un tifo tornato a livelli di guardia con la massima espressione avuta in gara 3 con Capo d’Orlando”.
In conclusione proviamo a decifrare il futuro di un allenatore certamente appetito da tanti club ma che lascia una corsia preferenziale al sodalizio del presidente Bonina avendo iniziato un percorso significativo che nei prossimi mesi potrebbe scrivere nuove importanti pagine. Calvani da inoltre alcuni preziosi consigli al “suo” presidente: “Non nascondo che dopo la conclusione della stagione ho avuto un colloquio costruttivo col presidente, parlando di tutto. Lui mi ha esposto le sue legittime perplessità dopo sette anni di investimenti ingenti oltre a chiedermi la disponibilità ad una mia eventuale riconferma, che non ho problemi a dare, perché ritengo questa una piazza importante per il nostro basket. Di certo molto dipenderà dalle sue decisioni, mi auguro che il tifoso prevalga sull’imprenditore e che prosegua a rivestire un ruolo rilevante nella pallacanestro. Però occorrerà una rimodulazione del suo impegno, partendo senza l’assillo della vittoria a tutti i costi ma con spese più contenute e mirate. La storia ci insegna che le fortune delle squadre non sempre vengono identificate con gli esborsi estivi, non mancano infatti casi di squadre da sempre ai massimi livelli e capaci di coniugare efficienza di bilancio”. Messaggi chiari rivolti al numero uno della Sigma Barcellona che sabato incontrerà la stampa per svelare le proprie intenzioni in vista della prossima stagione, già incombente all’orizzonte.