Cinquanta arresti, settanta indagati, perquisizioni in tutta Italia e l’orribile spettro del calcioscommesse che si affaccia di nuovo sul calcio professionistico italiano. Questa volta, però, con l’ombra della ‘ndrangheta. Una maxi operazione del Servizio centrale operativo (Sco) della Polizia di Stato è in corso in tutta Italia: un’indagine della Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro ha infatti scoperto un’associazione a delinquere che ha pilotato, e ha continuato a farlo anche in questi giorni, partite di questo campionato di Lega Pro e serie D con alcune gare anche di B e di Coppa Italia. Per farlo corrompeva calciatori e li minacciava.
Più di cinquanta le partite oggetto dell’inchiesta, che riguarda anche un’associazione criminale gestita da slavi, pronti a pagare informazioni da calciatori e dirigenti sugli illeciti sportivi. Tra queste Crotone-Catania, Juve Stabia–Lupa Roma, Santarcangelo–Aquila, Grosseto–Santarcangelo, Aquila–Savona, Prato–Santarcangelo, Cremonese–Pro Patria, Monza–Torres, Bassano–Monza, Torres–Pro Patria, Pro Patria–Pavia, Aquila–Tuttocuoio, Barletta-Catanzaro, Aversa Normanna-Barletta, Barletta-Vigor Lamezia, Vigor Lamezia-Paganese, Hintereggio-Neapolis, Sorrento-Montalto, Neapolis-Montalto, Montalto-Frattese, Monopoli-Puteolana, Due Torri-Neapolis, Neapolis-Akragas, Brindisi-San Severo, Andria-Puteolana e Pomigliano-Brindisi.
In galera sono finiti oltre 15 calciatori, 6 presidenti di società, svariati dirigenti, allenatori e 10 “finanziatori” (scommettitori italiani, maltesi, del Kazakistan, della Russia, cinesi e serbi). Tutto è partito da una indagine su un capo bastone della ‘ndrangheta, Pietro Iannazzo, che aveva interessi sul Neapolis e, seguendo lui, gli investigatori dello Sco e della squadra mobile di Catanzaro, hanno scoperto questo grande giro nazionale ed internazionale sui campionati di D, Lega Pro ed alcune anche di B con scommesse milionarie su partite truccate con la complicità di giocatori, allenatori, presidenti e “magazzinieri” che si vendevano per migliaia di euro per decidere chi doveva vincere e chi doveva perdere. Uno dei personaggi chiave di quest’ultimo scandalo è Fabio Di Lauro che secondo gli investigatori è “il rappresentante unico in Italia” dei “signori delle scommesse” nazionali ed internazionali, che investivano ed incassavano milioni di euro che transitavano attraverso banche turche, serbe, cinesi ed italiane.