In attesa della definizione di organigramma e rosa, in casa Messina continua a tenere banco la questione impianti. Nuovo sopralluogo al “Celeste” per Franco Calatozzo, titolare dell’omonimo vivaio, affiancato dal consulente del gruppo Sciotto, Pasquale Squadrito.
Nonostante i buoni propositi del presidente dell’ACR Pietro Sciotto, la situazione appare delicata: “Occorrono investimenti consistenti – ammette lo storico responsabile del manto erboso dei due stadi cittadini -. L’impianto d’irrigazione è da rifare ed anche la centralina, indispensabile per programmare l’accensione delle fontane, è fuori uso. Vanno sostituite anche le cisterne da 10mila litri, che raccolgono l’acqua. Infine abbiamo riscontrato delle perdite dalle tubazioni. Insomma, ai fondi da investire per l’agibilità, bisogna aggiungere anche questi”.
Calatozzo preferisce non illudere nessuno sulle possibili tempistiche: “Se decideremo di seminare di nuovo il terreno, potrebbe essere pronto per metà ottobre o al massimo due settimane dopo”. Soltanto con investimenti davvero ingenti i tempi si potrebbero abbreviare: “È possibile stendere sul terreno un manto erboso già pronto, da acquistare a rotoli, che attecchirebbe in poco tempo, circa quindici giorni. Ma 9mila metri quadrati di zolle costano oltre 100mila euro, ai quali vanno aggiunti i costi per il montaggio e la manodopera”.
C’è anche la possibilità di sfruttare l’attuale fondo, decisamente deturpato, ma sarebbe comunque una soluzione tampone: “Dovremmo ripulire e rattoppare l’attuale fondo e giocarci su, anche se resterebbe un po’ di terriccio. In questo modo potremmo giocare al “Celeste” tra un mese, ma i trattamenti medicinali sono molto costosi e poi dovremmo comunque riseminarlo ad ottobre. Sarebbe quindi necessario spostarsi nei due mesi invernali al “Franco Scoglio”, per poi tornare in via Oreto”.
Diversa invece la situazione nella struttura di San Filippo, dove la prima semina è stata effettuata d’altronde già il 12 luglio, come da obblighi contrattuali imposti dal Comune agli organizzatori del concerto di Tiziano Ferro. “Si potrà giocare lì l’eventuale impegno di Coppa Italia il 20 agosto, anche se l’erba sarà rigogliosa soltanto a fine mese”, assicura.
Calatozzo smentisce un luogo comune, spiegando perché il campo non è stato coperto in occasione dell’installazione del palco: “Perché altrimenti sarebbe stato ancora peggio. Sarebbe morto per asfissia, considerando il grande caldo. Ed anche delle coperte traspiranti avrebbero lasciato tracce indelebili”.
Nonostante la logica sembri prevalere sul cuore, bisognerà comunque mettere mano al “Celeste” anche se si opterà per il “Franco Scoglio”: “Allenamenti e partite a San Filippo non si potranno fare comunque. Altrimenti a febbraio, come ogni anno, il terreno sarà già distrutto…”. L’auspicio, insomma, è che si faccia tesoro degli errori degli ultimi anni.