Da Richard Carapaz a Jonathan Caicedo. Anche il Giro d’Italia pandemico si tinge con i colori dell’Ecuador, al punto che, per un soffio, il 27enne della Provincia del Carchi non è riuscito a emulare il più illustre connazionale – trionfatore l’anno scorso a Verona – vedendosi sfilare la maglia rosa dal portoghese Joao Almeida.
Caicedo, al culmine di una giornata indimenticabile non solo per lui, si è dovuto “accontentare” del trionfo sull’Etna, scalato dal versante inedito di Linguaglossa-Piano Provenzana, in una giornata di tracolli clamorosi e liete conferme. La prima è la sua, quella del portoghese, che sabato a Palermo ha conteso la crono a Filippo Ganna, arrendendosi per una manciata di secondi al campione del mondo della specialità; le altre riguardano Vincenzo Nibali, Rafal Majka e Jakob Fuglsang, che non avrà grandi sostegni nell’Astana, per via dei ritiri di Miguel Angel Lopez e Aleksandr Vlasov, ma sale bene e palesa una condizione di forma assai brillante.
Non arrivano buone notizie dal fronte britannico: i due alfieri sono crollati per motivi diversi. Il gallese Geraint Thomas, che ha affrontato la campagna italiana per salvare parte della stagione del team Ineos – fuori dai giochi al Tour per il ritiro di Egan Bernal – si ritrova a oltre 11′ dalla vetta della generale. Il vincitore del Tour 2018 è in credito con l’asfalto delle strade italiane, che saggiò nel 2017, ai piedi del Blockhaus, nella tappa dominata da Nairo Quintana, ma nel Giro vinto da Tom Dumoulin.
Thomas è ripiombato nel dramma, finendo a terra prima del km 0 di Enna e subendo una botta micidiale nella zona dell’anca sinistra. Con la maglietta strappata, pieno di escoriazioni, si è rimesso in sella per affrontare una personalissima Via Crucis verso l’Etna. Non appena la corsa è entrata nel vivo, a 28 km dalla fine, è sprofondato in coda al gruppo, quindi si è staccato, malgrado il gran lavoro del compagno Ganna (ancora per poco in maglia rosa) nel tentativo di tenerlo a galla. Abissale il suo ritardo (12’19”) dal vincitore: adesso il primato dista 11’17” ed è probabile che, in casa Ineos, siano costretti ad affidarsi a Chris Froome alla Vuelta per salvare una stagione altrimenti fallimentare.
L’inglese Simon Yates, che ha vinto l’ultima Tirreno-Adriatico, invece, si è attardato perché non in condizione di reggere il ritmo; il suo ritardo, rispetto a quello di Thomas, è stato più contenuto: 4’22” all’arrivo e 3’46” nella generale. La sua corsa alla maglia rosa non è del tutto compromessa, ma nemmeno c’è da essere ottimisti, tenuto conto che il Giro delle foglie morte è solo alla terza tappa.
E gli italiani? Bene, se non benissimo: soprattutto gli uomini del sud: il palermitano nato a Torino, Giovanni Visconti, si è piazzato al secondo posto nell’ordine d’arrivo, dopo una fuga partita a inizio tappa; il lucano Domenico Pozzovivo è stato protagonista sulla salita dell’Etna, tenendo alto il ritmo e dando una grossa mano a Vincenzo Nibali che, non sarà quello di una volta, ma è riuscito a tenere i ritmo di quel che resta dei migliori. Un buon segnale per il prosieguo della corsa rosa. E domani il vecchio e mai domo “squalo” approderà a Villafranca Tirrena, alle porte della “sua” Messina. Un’altra iniezione di fiducia, prima della risalita verso Milano.