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Due cadute condizionano il mondiale di Vincenzo Nibali

Lo “squalo dello Stretto” prima della partenza della competizione iridata

Il circuito del Mondiale di Ponferrada non presentava grosse difficoltà altimetriche e non sembrava adattissimo alle caratteristiche di Vincenzo Nibali. La gara purtroppo ha confermato i pronostici della vigilia, con lo “squalo dello Stretto” mai protagonista della corsa iridata. A parziale discolpa del ciclista messinese restano le due cadute, di cui è stato vittima nel corso della gara, entrambe apparentemente senza conseguenze. Non era e non poteva essere il corridore del Tour de France. Quello ammirato in Francia è stato il miglior Nibali mai visto e sarebbe stato impensabile poterlo riavere in così eccezionali condizioni di forma. Per Nibali, dunque, resta un Mondiale anonimo.

La prova è stata vinta da Michale Kwiatkoski, autore di un’azione solitaria nel finale. Il 24enne polacco ha conservato una manciata di secondi di vantaggio sui più immediati inseguitori, giungendo vittorioso sul traguardo, diventando così il primo polacco a conquistare la maglia iridata nella prova riservata ai professionisti. A completare il podio l’australiano Simon Gerrans e lo spagnolo Alejandro Valverde, giunti rispettivamente nell’ordine.

Vincenzo Nibali commenta il suo Mondiale davanti ai cronisti

Rimane da rimarcare la prova degli altri tre siciliani in gara. Il palermitano Giovanni Visconti, il siracusano Giampaolo Caruso ed il ragusano Damiano Caruso hanno interpretato la corsa in maniera coraggiosa, facendosi trovare pronti nella situazioni critiche. Il risultato non è arrivato, ma la loro condotta di gara li fa uscire a testa alta dal mondiale.

Con la prova iridata l’eccezionale stagione di Nibali volge quasi al termine: ad attendere il vincitore del Tour de France solo un’altra gara in Kazakistan, in programma il 5 ottobre, stesso giorno de Il Lombardia. Nibali deve sottostare ad un ordine di squadra che preferisce schierarlo in una competizione di terza fascia, sacrificando la partecipazione ad una delle cinque Classiche monumento. Magari la corsa lombarda avrebbe potuto rappresentare il modo migliore per una rivincita mondiale. Analizzando la questione come farebbero gli appassionati, la scelta della compagine kazaka appare poco felice. Il modo peggiore per concludere un 2014 che resta comunque da incorniciare.

Giuseppe Girolamo

Giornalista sportivo, iscritto all'Ordine dei Giornalisti di Sicilia. Grande appassionato di ciclismo, che segue da anni per la nostra testata

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