Giornalista e scrittore, Marco Bucciantini figura ormai da diversi anni tra gli opinionisti di punta della squadra di Sky Sport. Toscano, classe 1974, è apprezzatissimo per competenza, stile e schiettezza. La sua disamina sulle vicende legate al calciomercato in corso, direttamente dall’Arena dello Stretto di Reggio Calabria, dove la trasmissione condotta da Alessandro Bonan, con Gianluca di Marzio e Fayna, sta facendo tappa per tutta la settimana, riporta subito alla realtà: “Stiamo assistendo al solito calciomercato degli ultimi anni. Bisogna fare posto ai sogni, nei bilanci e nelle squadre, prima vendi e poi compri. Magari così vengono fuori squadre serie, perché un calcio serio produce squadre serie, mentre un calcio coi debiti produce squadre deboli che non durano. Tutte le operazioni stanno arrivando dopo altre, quindi per fare movimenti decisivi bisogna aspettare un po’. La Juventus sta facendo qualcosa, l’Inter probabilmente ha già fatto tutto e il centravanti del Milan, Morata, è arrivato, dunque ci siamo”.
Impietosa l’analisi di Bucciantini, presente sulla sponda calabrese dello Stretto per “Calciomercato-L’Originale”, riguardo al recente fallimento dell’Italia agli Europei in Germania, con gli azzurri di Spalletti eliminati agli ottavi per mano della Svizzera: “Non c’è nessuna spiegazione, è una delusione che va al di là di qualsiasi estetica, considerazione o debolezza. Non è stata una rappresentazione di un calcio deludente, è stata proprio l’assenza di una squadra all’Europeo. A quella squadra non agganci nemmeno una polemica, la partita che ci ha eliminato, forse le ultime tre, ad eccezione soltanto della prima con l’Albania, non sono al di sopra né al di sotto di ogni ragionamento. Non è quello lo stato del calcio italiano che ha tanti piccoli problemi, che deve affrontare così, in modo generico, tutti insieme, senza colpevolizzare o cercare eroi o paladini, e in modo continuo. Alcuni problemi sono più facili da risolvere perché sono meccanismi da sistemare, altri più difficili perché sono retaggi culturali, come quello di credere nei giovani. Io spero che una Olimpiade piena di medaglie giovanili negli sport individuali, dove è il tempo che ti misura o l’avversario, non è un sistema che ti valuta, perché se sei bravo e veloce cresci da solo, possa fungere da stimolo in questo senso”.
Nel girone C di quest’anno, il più meridionale della Lega Pro, ci sarà spazio per la prima volta per una seconda squadra, la Juventus Next Gen. Quanto servono realmente al sistema calcio e quali sono i reali risultati di questo progetto indetto nel 2018? “Per anni di fatto abbiamo avuto soltanto una seconda squadra, la Juventus, poi si è aggiunta l’Atalanta, ora ne abbiamo un’altra, il Milan Futuro. Non possiamo però fare una valutazione in merito. Erano un’esigenza imprescindibile e inderogabile del calcio italiano, è stata data la possibilità di farlo e non l’ha sfruttata praticamente nessuno. Siamo sempre lì, poteva essere un modo per ridare i riflettori alla Serie C e competitività al campionato. Avrebbero permesso una sproporzione nel primo calcio professionistico, dove ci sono troppe squadre. Se ce ne fossero state una decina di seconde squadre allora ci starebbe come numero. Ma di quale riforma stiamo parlando? Di niente. Non so se era giusto o meno, ma se ci fossero state le seconde squadre di Milan, Inter, Juventus, Lazio, Roma, Fiorentina e Napoli avrei potuto dare una risposta, così no. Posso dire soltanto che ci sono troppe squadre in A, troppe squadre in B e molto troppe squadre in Serie C”.