Sorpresa sì, intrusi no. I cinquanta punti della Nebros sono un risultato straordinario, impensabile a inizio stagione, ma non frutto del caso. In quello che doveva essere l’anno zero per ripartire dopo la chiusura del lungo ciclo targato Perdicucci, la società ha puntato su una rosa con un’età media più bassa e la voglia di rivalsa di mister Francesco Palmeri, reduce dalla retrocessione con il RoccAcquedolcese, risultato che non ha offuscato il lavoro svolto negli ultimi anni.

La Nebros ci ha visto giusto: la squadra è giovane sulla carta ma per nulla inesperta e nonostante qualche risultato altalenante e qualche battuta d’arresto di troppo in trasferta, con il passare delle settimane si è assestata in zona playoff, tracciando un vero e proprio solco tra sé e le altre. Gli spareggi sono ormai cosa fatta, tanto da potere ambire a qualcosa di più del semplice quinto posto: dopo tutto sognare è gratis. L’immagine dello spirito che contraddistingue il gruppo arriva proprio dall’ultima partita, vinta in casa dell’Aci Sant’Antonio, con il portiere Mario Cappa tutto sporco di fango che segue le fasi di gioco.
Appena 14 i gol subiti sin qui, meglio ha fatto soltanto il Milazzo con undici, ma a spiegare i segreti della Nebros è proprio il preparatore dei portieri Stefano Bucca: “Essendo arrivato quest’anno mi viene impossibile fare paragoni con il passato, però posso dire che fin da subito ho avuto la sensazione che stesse nascendo una squadra vera. In questa Nebros non esiste l’io ma il noi, il mister è stato molto bravo nel creare subito uno spirito di squadra, a forgiare un gruppo sano, composto da ragazzi davvero eccezionali”.

La carta d’identità non ha pesato: “Siamo una squadra giovane: anche i più grandi hanno un’età bassa ma hanno esperienza perché giocano questo campionato già da diverse stagioni, ma soprattutto sono consapevoli del loro ruolo, si comportano da veterani e danno l’esempio a chi è ancora più giovane. Non c’è dubbio che l’immagine di Mario Cappa di domenica scorsa rappresenti un po’ lo spirito che anima questa squadra”.
Bucca analizza l’evoluzione del ruolo del portiere, cambiato notevolmente negli ultimi anni: “Ormai chi sta in porta è un vero e proprio giocatore di movimento, perché quasi tutti gli allenatori amano costruire dal basso, per cui servono estremi difensori bravi con i piedi. Però non ci dobbiamo mai dimenticare il contesto in cui noi giochiamo, pur sempre il mondo dilettantistico. Le categorie servono per questo, però senza dubbio anche in Eccellenza è arrivata un’interpretazione moderna del ruolo, senza andare a cercare gli eccessi che si possono vedere nelle categorie superiori e senza dimenticare il principale scopo del portiere, che è quello di essere forte tra i pali”.

Domenica contro la Leonfortese la società ha previsto l’ingresso gratuito: “Non c’è dubbio che l’avere raggiunto la salvezza con largo anticipo ci abbia consentito di lavorare con maggiore serenità. I ragazzi hanno completato un percorso di crescita straordinario. A quattro giornate dalla fine siamo a quattro punti dalla vetta, obiettivo impensabile anche per il più ottimista di noi. Però è stato bello vedere come i ragazzi non abbiano mai abbassato la guardia: nessuno si è sentito appagato, non ci siamo mai soffermati a guardare la classifica e così dovrà essere da qui fino alla fine”.