Matteo Brunelli con la divisa del Prato
In pochi possono vantare due promozioni nel curriculum ad appena 21 anni. Matteo Brunelli ha sicuramente la dote di trovarsi nel posto giusto al momento giusto. Un vero e proprio talismano per le società che si assicurano le sue prestazioni, come testimoniano i salti di categoria con Carpi e Pisa. Già Pisa, un successo ottenuto a due passi dalla sua Prato, un’esperienza importante ed entusiasmante, come la cavalcata della squadra guidata da Gennaro Gattuso, ritornata tra i cadetti dopo sette lunghi anni.
Nove presenze nello scorso torneo di Lega Pro, tra cui uno spezzone nel playoff contro la Maceratese: “E’ stato un anno incredibile, siamo partiti piano e poi con Gattuso abbiamo fatto una sorta di miracolo. Il mister è stato un grande. E’ stata una vittoria del gruppo, abbiamo iniziato un po’ in sordina, ma era ovvio visto che c’era stato un cambio di proprietà e il mister è arrivato praticamente il 20 agosto. A gennaio sono stati fatti quei 4-5 acquisti che ci hanno consentito di fare il salto di qualità. Non c’è una ricetta certa per vincere: l’esperienza a Pisa mi ha insegnato che ogni vittoria viene raggiunta quando si mette da parte l’io e si dà spazio al noi”.
Per il ruolo d’estremo difensore quest’anno ci sarà parecchia concorrenza, come testimoniano la riconferma di Alessandro Berardi e gli arrivi di Russo e Dini. Di questo, però, Brunelli sembra tutt’altro che spaventato: “La concorrenza fa bene, si alza l’asticella, ma io sono venuto qui per giocare. Sono venuto qui per giocare e ritagliarmi più spazio di quanto ne abbia avuto finora”.
Da Rino Gattuso a Valerio Bertotto, tecnici dal carattere diverso ma con in mente un’idea di calcio ben precisa: “Sono due bravissimi allenatori. Rino Gattuso dà una carica incredibile, mister Bertotto propone calcio e stiamo cercando di seguirlo”. Brunelli è comunque un prodotto del settore giovanile del Milan: “Ho avuto la fortuna di avere due ottimi preparatori dei portieri come William Vecchi e Beniamino Abate. Successivamente sono stato tre anni a Prato e questo per me è un motivo di grande vanto, come dovrebbe esserlo per ogni calciatore visto che stiamo parlando della squadra della mia città”.
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