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Messina

Bronzo europeo a Salonicco per l’Italia Deaf del capitano messinese Simona Cascio

Per le azzurre un risultato storico dal 2011 anno di inizio attività: terzo posto in Grecia all’Europeo di Salonicco.

L’Italia Deaf festeggia il punto più alto della sua giovane storia. Le ragazze per allenarsi arrivavano anche da lontano. Gubbio, Bergamo, Olbia, Milano, Palermo e Messina. Aerei, auto, parenti e fidanzati come accompagnatori. Non mancavano mai, in quella palestra di Pesaro. Perché contava il gruppo e il progetto. E lì c’erano tutte e due. Vincere era il secondo, o terzo anche, passo. Prima, come sempre nello sport, c’è altro: passione, divertimento, entusiasmo. Anche fatica. Quella che trasformi in energia positiva però. Quella che ti fa dire: ah, che bello. E così poi arrivano anche le vittorie. La Nazionale italiana basket sorde torna a casa dall’Europeo a Salonicco, in Grecia, con un risultato storico: medaglia di bronzo, terza forza continentale.
FESTA A SALONICCO — Esordio con sconfitta di misura, 49-53, contro l’Ucraina poi battuta nella finale per il terzo posto. Le azzurre si sono subito rialzate, schiantando prima la Germania (74-42) e poi Israele (74-26). La vittoria con la Svezia (63-53 dopo i supplementari) ha dato dunque la consapevolezza dei propri mezzi, che la Nazionale ha dimostrato di avere. In semifinale sconfitta con la Grecia padrona di casa. Racconta Simona Cascio, la capitana messinese: “Abbiamo affrontato un bellissimo Europeo. Siamo state molto unite. Ci abbiamo cominciato a credere dopo la vittoria con la Svezia, molto sofferta. Lì abbiamo capito di essere una vera squadra. Bella anche quella con l’Ucraina, molto combattuta, che ci ha dato il quarto posto e la medaglia”.
E’ stata lei a segnare il canestro decisivo all’ultimo secondo, su assist di Lorenza Spirito, che ha portato al 58-56 finale. L’allenatrice Sara Braida: “Un bronzo inaspettato ma fortemente voluto. Siamo state brave brave brave. Le ragazze hanno fatto sacrifici e lottato. Hanno mostrato che la differenza la fa il cuore”. Cronaca: primo posto alla Grecia sulla Lituania. La squadra maschile è giunta nona nel suo torneo.
SOGNI — La vittoria nella finale per il bronzo con l’Ucraina è stato il coronamento di un percorso fatto di sogni diventati obiettivi e incontri trasformati in amicizia. Tutto parte da Pesaro e da due giornaliste sportive che hanno la pallacanestro dentro, Beatrice Terenzi, il direttore tecnico, e Elisabetta Ferri, che si occupa della comunicazione. Sono loro a iniziare a far circolare la voce: facciamo una squadra. Beatrice è la prima a muoversi: “Io, arrivata dal nulla con le mie idee, ma soprattutto con i miei sogni, a stravolgere un po’ il piccolo mondo dei sordi di Pesaro. Creare la prima squadra in Italia composta da sole ragazze sorde è stata una sfida, mai un gioco. Quando ci pensai mancavano due anni al primo Mondiale di basket sordi organizzato in Italia, a Palermo. Mi diedi quindi un obiettivo: in Sicilia ci sarà anche l’Italia femminile”.

Italia Deaf
Italia Deaf

SICILIA — Il mondiale in Sicilia è diventato davvero il primo appuntamento internazionale della Nazionale, allenata da Mary Ann-Dillier e riconosciuta dalla Federazione Sport Sordi con l’impegno di Massimiliano Bucca, consigliere federale per la pallacanestro. Sms, email, facebook, un gigantesco passaparola, sono arrivate ragazze da tutta Italia. Allenamento il martedì dalle 21 alle 23 in una palestra di periferia, alle porte di Pesaro. Nessuno mancava, anche quella che arrivavano da lontano. Beatrice lo racconta nell’introduzione al libro fotografico che le celebra: “Udenti, tra cui anche io, e sorde ad allenarsi insieme, a conoscere le regole del gioco, a provare a far canestro. Se ripenso a quei momenti nella palestra di Borgo Santa Maria, con la bidella Dorina prima testimone di un progetto che da brutto anatroccolo è diventato cigno, mi intenerisco. La prima volta che ho pianto è stato a Palermo 2011 dopo Italia-Giappone, prima vittoria nella storia della Nazionale femminile. Io c’ero”.
RANOCCHI — Tutto si è potuto realizzare grazie all’appoggio logistico e organizzativo dei soci dell’Asd Sordi. Hanno poi partecipato agli Europei di Konya (2012), alle Olimpiadi di Sofia (2013) e ai Mondiali di Taiwan (2015), allenata da Sara Braida e Fabio Gelsomini. La medaglia di bronzo europea nasce da questo percorso. Ma ha potuto arrivare grazie alla passione di un imprenditore che il basket, in tutte le sue forme, lo ama come pochi: Giovanni Ranocchi. Ha conosciuto la storia di questa squadra e se ne è innamorato. Con il marchio Teamsystem si è già legato in passato al basket. Senza di lui e il suo entusiasmo, con un appoggio economico importante, a questo Europeo l’Italia sarebbe mancata. Invece è arrivata la medaglia di Bronzo.

Risultato storico per l'Italia Deaf
Risultato storico per l’Italia Deaf

LA SQUADRA — In squadra ci sono oraliste e segnanti. Alcune portano le protesi, un paio hanno l’impianto cocleare. Alcune sono laureate, altre vanno ancora a scuola, altre ancora lavorano. C’è Viola, che ha appena quindici anni. Gioca nella Fortitudo Rosa Bologna. “Abbiamo visto un video su di lei in una pagina bolognese e l’abbiamo contattata, i genitori sono contentissimi di questa esperienza”, spiega Elisabetta Ferri. Lei è una delle ragazze segnanti. Lorenza Spirito gioca nell’Ans Basket Viterbo, in serie A-2, ed è una delle stelle della squadra. Quasi tutte le altre militano in squadre di serie B: Simona Sorrentino è del Pegaso Ragusa, in prestito a Virtus Eirene Ragusa, dalla prossima stagione a Scafati; Giulia Sautariello gioca nella Pallacanestro Prato; Martina Benincasa è di proprietà del Sorriso Priolo, in prestito alla Nuova Siracusa; Simona Cascio, la capitana, milita nel Cus Unime Messina; Anna Bonomi è del Basket Sustinente; Chiara Chiosi gioca nel Galli San Giovanni Valdarno; Sara Canali giocava a Bergamo, ha smesso e ora fa l’arbitro in A2 femminile; Benedetta Galimberti ha trascorsi in B a Como; Polyina Fedorova (russa, italiana per matrimonio) e Ovcharova (ucraina, italiana per lunga permanenza in Italia) sono mamme e la loro squadra è proprio la Nazionale.

Articolo di Gazzetta.it

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