Calcio

Bottari senza filtri: “ACR? Messina guardi altrove. Il Sant’Agata affidi tutto a Venuto”

Da quando sui campi di calcio indossa la cravatta ha vinto quattro campionati. Al centro dei suoi dieci anni da dirigente ha anche varcato la soglia del professionismo, restando “il direttore” per dirigenti e calciatori che hanno orbitato tra Messina e le piazze più di rilievo della riva tirrenica. Eppure le difficili congiunture di ciò che sta fuori dal campo hanno tenuto Benedetto Bottari fuori dalla “partita”, almeno per la scorsa stagione.

L’operato di Pietro Sciotto non convince Bottari (foto Nino La Macchia)

Alla fine dell’estate, le due brevissime esperienze con Sant’Agata e Acr Messina sono durate – per motivi nettamente diversi – lo spazio di pochi giorni. Più di cento partite tra Serie D, Eccellenza, Promozione e campionati giovanili lo storico ex dg del Milazzo le ha visionate comunque. Ed oggi, declinando ancora qualche invito a ributtarsi nella mischia, Bottari parla da puro addetto ai lavori. Osservando dalla posizione di chi conosce nel profondo protagonisti, dinamiche, inconfessabili segreti di ogni società.

Iniziando il suo viaggio a Messina, è subito chiaro. La sua settimana a bordo del club di Pietro Sciotto è bastata a fargli credere che lì non ci sia alcuna prospettiva di rilancio: “Mi è stato chiesto perché l’addio con l’ACR Messina sia arrivato così presto. Credo che ormai siano chiari a tutti i motivi che hanno resto questa esperienza così breve – taglia corto –. Ritengo che per il futuro del calcio a Messina occorrerà volgere lo sguardo altrove. Il ritardo nella programmazione di quest’anno è inammissibile. La scorsa estate con una società ed una squadra da fare di tutto punto sarebbe stato concepibile. Ma adesso assolutamente no. Non si può dare nessuna giustificazione”.

Bottari considera come positiva la mancata fusione tra ACR e Città di Messina

In Serie D ci sarà anche il Città di Messina. Altra “ex” di Bottari, che salva le ultime scelte del sodalizio di Lo Re e promuove il profilo di mister Furnari. Vincente, sì, con doti e mezzi che il dirigente messinese ritiene siano passati inosservati: “Per il futuro è meglio vada così. La migliore fusione, nel calcio, è quella che non si fa. Il Città di Messina – commenta – arriva qui da un’impresa grandiosa, merito di un gruppo forte. E sottovalutato, perché aveva il centrocampo più forte del campionato nonostante in pochi se ne fossero accorti”.

C’è anche un allenatore umile ed intelligente. Per lui parlano i numeri. In quattro anni di carriera ha vinto tre campionati tre moduli diversi. Alla Messana ha adoperato il 4-3-1-2, al Camaro il 4-3-3 e al Città di Messina il 3-5-2. Segno – aggiunge – che riesce a trarre il meglio dall’organico a sua disposizione. La nuova categoria, cioè la serie D, non è l’Eccellenza. La differenza la si noterà sotto molti aspetti. E si dovrà verificare – sottolinea – il grado di adattamento della società alla nuova realtà”.

Per Bottari è l’inerzia di alcuni ex dirigenti dell’Igea Virtus a rendere irreparabile l’uscita di scena dei Grasso (foto Rotella)

Un posto in quarta serie potrebbe liberarlo l’Igea Virtus, che tra poche ore salterà l’appello per l’iscrizione. Annunciato il disimpegno della famiglia Grasso, la città del Longano smonta già baracca e burattini: “Al netto di tutti i retroscena di queste settimane, vedo una sola considerazione possibile. Mi aspettavo – afferma Bottari – un intervento concreto e deciso da parte dell’imprenditoria locale, soprattutto da parte dei tanti che nel recente passato è stato vicino alle sorti del club”.

Quel posto in Serie D potrebbe occuparlo il Sant’Agata, che segue il dossier rinunce dal Dipartimento Interregionale. Lì, presentata istanza di ripescaggio, si parte da un accordo che per Bottari è un’assoluta certezza: “Antonio Venuto sarà per il Sant’Agata una grande risorsa – dice –. Consideriamo per lui le strepitose stagioni al Due Torri. E non considero per ovvi motivi la parentesi ACR Messina. A Gliaca di Piraino ha avuto la possibilità di esprimere al meglio le proprie qualità, avendo dalla sua una società che – evidenzia – ha avuto l’umiltà e l’intelligenza di affidarsi in toto a lui. Da questo sono nati i successi del Due Torri in Serie D. Se il Sant’Agata seguisse quell’esempio – riflette – sarebbe l’inizio dei successi per quella società”.

Venuto, Cannistrà e Bottari all’epoca di quel Milazzo che varcò la soglia del professionismo

Anche a Milazzo si inverte la rotta, con un nuovo club pronto a partire dall’Eccellenza. Eppure se c’è da superare gli strali polemici di questi giorni tra l’ex Virtus e il direttivo del vecchio Pistunina. E Bottari, che nella città del Capo ha trascorso larga parte della sua carriera, invoca serietà: “Ho grandi amici da una parte e dall’altra. Ritengo in tutta sincerità che si sia esagerato oltremodo. I passaggi di titolo- ammonisce – avvengono in tutta Italia ed ogni Comune ha l’interesse, riflettendo quello della comunità sportiva, di spingere la città nella migliore categoria possibile. Mi auguro che si spengano subito i toni della polemica e che si vada incontro ad una collaborazione. Il muro contro muro – commenta – non porta nulla di positivo. Collaborando le due realtà raccoglierebbero benefici a partire da un immediato ritorno economico”.

Bottari eleva a modello l’operato del Camaro sul “Marullo” di Bisconte

Ed in termini di strategia imprenditoriale Bottari tesse le lodi del Camaro, premiando un’operazione Bisconte che, dentro il club neroverde, sovrasta tutto il resto: “Il Camaro ha uno dei migliori progetti imprenditoriali legati al calcio di tutto il Sud Italia. Sono una società lungimirante a cui vanno tessute soltanto le lodi. Eppure – continua – ho constatato con mano, in alcuni viaggi, che ciò che hanno fatto loro con lo stadio rappresenta la normalità per il Centro ed il Nord Italia. Andrebbe ricordato alle amministrazioni ed alle società, sia dilettantistiche che di puro settore giovanile, che non sono al passo con quanto succede più su. Peccato però che a Camaro – commenta – da molti anni non si riesca a dare una continuità ad un progetto tecnico”.

E restando in Eccellenza la vera novità si chiama Tirrenia: “Realtà tutta da verificare. Chissà se riuscirà a confermarsi nella massima categoria regionale. Non parte nelle primissime file – commenta – ma cammin facendo, così com’è stato per il Pistunina lo scorso anno, sarebbe bene che riesca a raggiungere la permanenza in Eccellenza”. 

Ma la prima serie regionale ha cambiato volto lo scorso anno, quando la LND regionale ha deliberato l’ammissione a tavolino di una squadra su tre. Per Bottari quest’anno la Lega dovrà registro: “Il presidente Lo Presti è stato categorico, l’Eccellenza non si tocca. C’è in ballo una commissione di studio per valutare cambiamenti in Promozione, ma ci vorrà tempo. Credo – dice – che il gran numero di ripescaggi abbia danneggiato la spettacolarità dell’Eccellenza, in particolare del Girone B che è quello con il maggior numero di matricole ed il cui livello è stato inferiore rispetto al girone A”. 

Antonio Macauda

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