Nella vita di un calciatore arriva il momento in cui le scarpette e l’odore dell’erba non rappresentano più una priorità, ma diventano sacrificabili davanti a qualcosa di più grande ed importante. Quell’ora forse è arrivata per Domenico Bombara che, a 33 anni, sembra intenzionato a salutare il calcio giocato per dedicarsi a tempo pieno ad alcune attività parallele al mondo del pallone.
L’ex difensore del Città di Messina, nella scorsa stagione all’Atletico Messina, è diventato il responsabile della scuola calcio della Messina Soccer School, senza dimenticare la My Soccer University, progetto su cui lo stesso Bombara ha lavorato duramente nell’ultimo anno. Per lui è una fase di profondo cambiamento, dato che verso la fine dell’estate diventerà papà del piccolo Simone.
In questo scenario per il classe 1987 è tempo di pensare al futuro, in cui non sembra esserci spazio per il calcio giocato: “Fisicamente mi sento ancora pronto, ma in questo momento ho altre priorità. Non si può giocare in eterno, prima o poi bisogna smettere e dedicarsi ad altro e tra gli impegni che ho, se devo sacrificare qualcosa, scelgo il calcio giocato”.
Eppure di opportunità se ne erano presentate almeno tre: “Le offerte non mi sono mancate, ho parlato con l’Atletico Messina che ringrazio per avermi dato l’opportunità di cimentarmi anche nel ruolo di allenatore. Ho parlato anche con il direttore Giovanni Cardullo in merito alle prospettive del nuovo Città di Taormina, così come mi ha fatto molto piacere ricevere la telefonata di mister Giuseppe Furnari. Sono state chiacchierate piacevoli, ma non c’è nessuna trattativa. Di telefonate nel calcio se ne fanno e se ne ricevono tante. Mi fa piacere ricevere così tanti attestati di stima, ma allenarmi e giocare richiede un impegno che in questo momento non mi sento di affrontare”.
Riguardando il film della sua carriera, Bombara non ha rimpianti: “Ho avuto la fortuna di formarmi in un settore giovanile di grande qualità come quello del vecchio Fc Messina, ho esordito in serie A e in serie B avendo l’opportunità di vedere giocare dal vivo autentici fuoriclasse. Ho fatto esperienze importanti fuori Messina come a Pagani, Fondi o Vasto, tra campionato e Coppa ho collezionato un centinaio di presenze tra i professionisti ed è una cosa che mi rende orgoglioso. Poi ho trascorso un biennio a Londra, dove ho avuto un’opportunità lavorativa e quando sono tornato ho avuto la fortuna di vivere in prima persona l’esperienza con il Città di Messina. Abbiamo fatto qualcosa di grande raggiungendo due promozioni in due anni e salvandoci in serie D”.
Bombara adesso è proiettato alla formazione dei futuri calciatori. Da poco, infatti, guida il settore giovanile della Messina Soccer School: “È un ruolo di grande responsabilità che richiede un grosso impegno. Il mio compito riguarda diversi ambiti, dalla gestione economica a quella tecnica e amministrativa, ma ho in mente anche progetti che riguardano la comunicazione, che è un aspetto molto importante per un’attività del genere. Io stesso allenerò dei bambini, la scuola è aperta per tutti quelli nati dal 2015 in su. È un’avventura entusiasmante ma al tempo stesso difficile, perché allenare dei bambini non è come allenare dei giovani calciatori, ma è un passo che volevo fare. Fin dall’età di 26 anni ho fatto corsi per allenatore e mental coach, ho sempre creduto che il mio futuro fosse legato ad attività parallele al mondo del calcio. Il nostro quartier generale, diciamo così, sono i campi di Mili, ma stiamo sviluppando anche una bella sinergia con le strutture di Granatari”.
La Messina Summer School di Maurizio Lo Re non è l’unica attività in cui Bombara si sta lanciando, perché c’è anche la My Soccer University: “È un’attività che ho avviato in proprio, si tratta di una piattaforma on-line a cui si può accedere anche via social, con dei video molto dettagliati che puntano alla formazione del calciatore. Ho lavorato io stesso alle riprese dei video che sono iniziate lo scorso mese di novembre. I contributi riguardano i cinque ruoli principali: vale a dire difensore centrale, terzino, centrocampista, esterno e attaccante. Credo che realtà come la My Soccer University possano rappresentare un valido contributo per la formazione e la creazione di nuovi validi calciatori”.