Il suo arrivo sulla panchina del Lecce ha consentito ai salentini di lasciarsi di colpo alle spalle le difficoltà che hanno originato gli addii dei suoi due predecessori, Lerda e Pagliari, ed allontanato ormai irrimediabilmente la vetta dalla Puglia. Grazie ai successi con Savoia e Paganese i giallorossi hanno comunque riconquistato il terzo posto e nel prossimo week-end proveranno ad approfittare dello scontro diretto tra Matera e Casertana mentre il Foggia farà visita alla Salernitana.
Alberto Bollini è soddisfatto per l’impresa centrata in Campania ma si conferma tecnico molto esigente: “Quando vinci non è tutto positivo e quando perdi – se un gruppo sa essere squadra – non è tutto negativo. Parto dal bicchiere mezzo vuoto: quando sei in vantaggio e non riesci a chiuderla ci sono i meriti dell’avversario, una Paganese aggressiva, muscolare, reattiva, ma anche i tuoi demeriti. Ho visto il vero Lecce per trenta minuti, quando siamo rimasti corti in fase di non possesso e poi abbiamo saputo palleggiare. Abbiamo tenuto bene il campo ma non siamo stati continui. Loro hanno preso coraggio, attaccandoci con forza ed avrebbero meritato di pareggiare nel primo tempo con Calamai, peraltro un mio ex giocatore che mi ha fatto piacere ritrovare: lì è stato molto bravo Caglioni, con un intervento determinante”.
L’ex tecnico della “Primavera” della Lazio è soddisfatto perché la squadra ha tenuto la porta inviolata negli ultimi 180 minuti: “Nella ripresa abbiamo saputo soffrire, mostrando spirito di gruppo, su un campo difficile. Abbiamo saputo abbassarci con ordine e quando siamo ripartiti abbiamo creato più occasioni da rete per chiudere la partita. Sottil nel finale ha schierato quattro attaccanti, cercando rifornimenti per il terminale offensivo più pericoloso, Girardi (a segno due settimane fa al San Filippo, ndc). I nostri difensori centrali sono stati attenti ed i centrocampisti si sono sacrificati”.
Bollini è però consapevole che per lottare fino in fondo per la B saranno necessari ulteriori progressi: “Se sappiamo aggredire il centrocampo avversario siamo anche più corti. In alcuni tratti non abbiamo avuto la lucidità necessaria, anche per i ritmi alti dell’avversario. Abbiamo subito più che contro il Savoia, che però ha tirato soltanto due volte da fuori. Infine ci è mancata personalità soprattutto sugli esterni”.
La famiglia Tesoro, da tre anni alla guida del club, ha appena annunciato il suo disimpegno a fine stagione, ma ad una delle due cordate già interessate vorrebbe lasciare la squadra tra i cadetti: “Non posso che elogiare la squadra e la società. Gli sfoghi e le decisioni della proprietà non ci disturbano, i ragazzi sono professionisti che mi seguono e siamo nelle condizioni ideali per lavorare bene. Il presidente è appassionato, segue le partite con tutta la famiglia, a conferma che il loro trasporto emotivo è molto alto. La sua presenza vale più di tante parole. Dopo Pagani era contento perché ha visto la squadra lottare e soffrire”.
Il reintegro di Miccoli potrebbe garantire un’arma in più nelle prossime settimane anche se il bomber è ancora lontano dalla forma migliore: “Fabrizio non è un problema ed è il primo sostenitore di questa squadra. Venerdì mi ha chiamato prima della partita, non per darmi la formazione ma soltanto per chiedermi di salutare tutti i ragazzi. Ha tifato davanti al pc. Deve stare sereno, il Lecce è sempre casa sua”.