Il Giro ha fatto tappa a L’Aquila, dieci anni e un mese dopo il terremoto che la sconvolse, seminando morte e disperazione. La settima tappa è finita nelle mani di Pello Bilbao, uno spagnolo che ha già vinto una tappa al Delfinato e una al Tour of the Alps dell’anno scorso. Il corridore basco ha duellato a lungo con Davide Formolo, Tony Gallopin e Mattia Cattaneo, prima di esultare sul podio situato a una manciata di metri dal Duomo.
Valerio Conti ha rischiato, nel corso di 185 chilometri intensissimi, di perdere la propria maglia rosa, ma alla fine è riuscito a conservarla con l’aiuto della UAE Emirates al gran completo. La squadra dell’assente Fabio Aru ha perso Fernando Gaviria – che si è ritirato per problemi a un ginocchio – ma è rimasta compatta nella difesa del primato, portando a termine la missione.
Il primo terzo del Giro è volato fra la pioggia e il freddo, che hanno imperversato e reso arduo il compito degli atleti. La corsa è stata finalmente illuminata dal sole, come non accadeva dei primissimi chilometri e la carovana ha tirato un sospiro di sollievo. Gruppo asciutto, ma con i primi sintomi di stanchezza.
Il primo tentativo ha visto protagonisti Rojas, Gallopin, Bilbao, Izagirre, Agnoli, Benedetti, Schwarzmann, Honoré, Modolo, Carthy, Madouas, Plaza, Sbaragli, De Buyst, Van der Sande, Juul Jensen, Narvaez, Hindley e Gogl: la fuga prometteva sconquassi e, per poco, non ha provocato un clamoroso ribaltone.
Conti ha visto sfumare per una questione di secondi la maglia rosa, che è finita virtualmente addosso allo spagnolo José Joaquin Rojas, poi se l’è ripresa a tutti gli effetti e l’ha portata fino al traguardo. Il romano ha dato prova di grinta e determinazione in una tappa mai banale, nemmeno per un metro.
I big sono rimasti a guardare, facendosi trainare dalle proprie squadre fino al traguardo, ma sabato dovranno tenere gli occhi bene aperti, perché ci saranno da valicare una decina di “muri” da Tortoreto Lido a Pesaro. Una tappa da imboscate li attende e non è detto che non ci scappi la sorpresa clamorosa.
Il tutto alla vigilia di una crono che, senza Tom Dumoulin, sembra essere diventata – sulla carta – un affare a due tra Roglic e Simon Yates, con il messinese Vincenzo Nibali che sarà costretto a difendersi nell’attesa delle grandi sfide in alta quota. Lo “squalo dello Stretto” affila i denti, ben consapevole di avere a disposizione una ghiotta occasione.
Questa la classifica generale aggiornata. 1. Valerio Conti (Ita) in 29h29’34” (km percorsi 1.221,8, media 41,424 km/h), 2. José Joaquin Rojas (Spa) a 01’32”, 3. Giovanni Carboni (Ita) a 01’41”, 4. Nans Peters (Fra) a 02’09”, 5. Valentin Madouas (Fra) a 02’17”, 6. Amaro Antunes (Por) a 02’45”, 7. Fausto Masnada (Ita) a 03’14”, 8. Pieter Serry (Bel) a 03’25”, 9. Andrey Amador (Crc) a 03’27”, 10. Sam Oomen (Ola) a 04’57”, 11. Pello Bilbao (Spa) a 05’23”, 12. Primoz Roglic (Slo) a 05’24”, 15. Simon Yates (Gbr) a 05’59”, 16. Vincenzo Nibali (Ita) a 06’03”, 17. Miguel Angel Lopez (Col) a 06’08”.