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Betaland, Gennaro Di Carlo: “I nostri giovani sono il valore aggiunto di questa squadra”

Le parole del coach dell’Orlandina al programma Terzo Tempo.

Due giocatori tra i più giovani sono risultati decisivi nell’ultima partita con Caserta, parliamo di Laquintana e Stojanovic.

“Io dico sempre che i nostri giovani sono il valore aggiunto di questa squadra perchè il loro sviluppo e la loro crescita sono la nostra variabile incontrollata. Laquintana comincia ad avere anche continuità nel rendimento, quando è entrato in campo come playmaker la squadra è cresciuta e lui è riuscito a metterla in ritmo; Voja fa dell’energia il suo punto di forza, ma piano piano insieme all’energia sta cominciando a mettere anche della tecnica. Segnare tre triple (a Torino, con Venezia e con Caserta) nei momenti determinanti del match dimostra che c’è del carattere ma anche comprensione del gioco e tecnica individuale.”

Nato e cresciuto col mito della JuveCaserta, credi che ci siano delle analogie tra l’Orlandina di oggi e la squadra che ha impressionato l’Italia negli anni ’80 e ’90?

“Quella Juve lì era uno stile di vita, un modo di essere. Oggi vedo tante analogie con quel periodo: oggi l’Orlandina per Capo d’Orlando e per il comprensorio rappresenta in tante cose la Caserta di quel periodo. La proprietà è ambiziosa e cerca sempre un modo per crescere, trasferendo tanti valori a chi lavora nel mondo dell’Orlandina. A Caserta vincemmo lo scudetto con dei ragazzi casertani, in panchina coach e vice casertani e infine due americani. Una squadra del genere costava molto di meno rispetto a Milano, Cantù, Bologna, etc. Questa è un’altra similitudine tra le due squadre. Qui a Capo d’Orlando abbiamo organizzazione, competenze e capacità ti trovare soluzioni e idee per competere con chi oggi ha più quattrini di noi.”

Betaland Capo d'Orlando
Stojanovic in penetrazione – Foto R. Fazio

La bravura di Capo d’Orlando è stata anche quella di riuscire ad adattarsi giornata dopo giornata alle varie squadre, a cambiare anche il proprio modo di giocare in base agli avversari. La Betaland di inizio anno non è la stessa di oggi.

“È vero, ma non è detto che noi non potremo tornare a giocare come ad inizio anno. Le squadre hanno una loro costruzione e un loro sviluppo. Quello che stiamo facendo quest’anno non è finalizzato a questa stagione; questo stile di gioco lo manterremo anche l’anno prossimo. Tutto quello che gli avversari ci propongono nel campo sono tutte esperienze accumulate che consentono ai nostri giocatori di leggere continuamente l’azione-­reazione che il campo propone e che la difesa propone.”

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