Al rientro dopo l’espulsione di Benevento e due giornate di stop, non ha vissuto particolari emozioni il portiere del Messina Alessandro Berardi: “È stato un pomeriggio tranquillo per me, sono stato totalmente inoperoso. Questo è merito di tutta la squadra, a partire dagli attaccanti, Totò Cocuzza nel primo tempo, Diogo Tavares nella ripresa, ed ovviamente anche di centrocampo e fase difensiva. Stiamo piano piano migliorando”.
Nonostante la consueta generosità i peloritani non sono riusciti a scardinare la perfetta macchina messa in piedi da Bitetto: “Abbiamo provato a farli correre. Sapevamo che loro ci avrebbero aspettato sotto la linea della palla: avevamo preparato così questa partita. Forse ci è mancata un po’ di lucidità ma abbiamo comunque ottenuto il massimo che si poteva raccogliere in questo pomeriggio. Questo punto prolunga la nostra striscia positiva e ci avvicina al nostro obiettivo, che resta la salvezza”.
Unica macchia il rosso a Martinelli, terzo giallorosso espulso in questo avvio di torneo: “Luca è un giocatore importante per noi, ma non dobbiamo certo sottovalutare Burzigotti o Palumbo, che si sta adattando. Speriamo mancherà per meno partite possibili ma ad ogni modo già da domenica contro il Matera i sostituti saranno all’altezza. Abbiamo una rosa valida”.
Il sesto posto autorizza sogni play-off ma l’ex talento della Lazio preferisce non fare voli pindarici: “Pensiamo partita dopo partita, è impossibile fare pronostici adesso. Vogliamo salvarci nonostante la rosa costruita in gran fretta. Stiamo dimostrando di avere qualità ma dobbiamo rimanere tranquilli, lavorare bene in settimana, dare tutto in campo ed i risultati continueranno ad arrivare”.
Lo scontro del “Vigorito” è costato venti punti di sutura ed una vistosa cicatrice sulla fronte. Inevitabile quindi tornare sull’accaduto: “Sono andato sul luogo dello scontro ma ero meglio se rimanevo in porta. Assodato questo, volevo allontanare Cissè che aveva preso di mira Martinelli per tutta la partita. L’ho spinto via ma questo non lo autorizzava a darmi un cazzotto. Mi sono fasciato subito e nessuno ha visto quello che lui mi ha fatto realmente. Ho reputato fosse giusto così. Sono stato squalificato per due giornate per una spinta e lui tre per un cazzotto. Forse non è stato il metro adeguato ma va bene lo stesso perché abbiamo difeso lo 0-0 anche lì e continuiamo a non incassare gol”.