In sala stampa Marco Sodini con grande signorilità concede l’onore delle armi al suo diretto avversario prima di analizzare la serie: «Inizio facendo di cuore i complimenti al pubblico ravennate, che non solo ci ha applaudito alla fine della partita, ma ha anche sostenuto la propria squadra per tutto il tempo.
Non credo che abbiamo giocato una partita particolarmente bella, ma è anche vero che è la terza gara in pochi giorni. Credo che la serie sia stata condizionata dall’infortunio di Gandini, che ha tolto pericolosità interna a Ravenna, però obiettivamente sulle tre partite abbiamo tenuto un passo che loro non sono stati in grado di tenere. Anche le varie staffette su Adam Smith, che essendo comunque un fuoriclasse segna 22, 31 e 22, ma li ha fatti con molta fatica. Il nostro obiettivo era essere aggressivi su di lui, Hairston e Marino e ci siamo riusciti, nonostante qualche pausa e qualche alto e basso.
Devo fare i complimenti ai miei ragazzi, che hanno un grande equilibrio e che non perdono dal 31 gennaio, bisogna che ogni tanto glielo dica. Questa gara può essere un monito per il futuro, la vittoria ci permette di avere una settimana piena di lavoro e un paio di giorni di riposto che servono per recuperare gli infortunati. Io oggi non ho avuto a disposizione Simone Bellan, che è un giocatore di quintetto ed è stato in corso d’opera il giocatore che ha cambiato il passo della squadra, perché ha avuto sempre la capacità di cancellare il giocatore più forte degli avversari. Ma devo fare i complimenti anche alla consistenza di Joe Trapani e dei miei capi giocatori che, obiettivamente, quando è stato il momento di dover chiudere la partita l’hanno chiusa e non si sono scomposti più di tanto nei minuti iniziali, quando Ravenna ha segnato 17 punti in 4’.
Per come è andata la stagione non ci poniamo limiti. Abbiamo sempre parlato di un programma biennale, io sono sceso dalla serie A per riportare Capo d’Orlando dove merita. La società ha avuto il merito di costruire questa squadra, con giocatori come Triche, Parks, Bruttini, Mei e ora Trapani, affiancati da giovani che hanno voglia di emergere. Abbiamo dimostrato di poter essere competitivi con tutti.»