In ogni Giro d’Italia conclusosi a Verona c’è stato un profeta in patria: nel 1981 Giovanni Battaglin, nel 1984 Francesco Moser, nel 2010 Ivan Basso. Il varesino è stato l’ultimo italiano a trionfare con la maglia rosa addosso prima del bis (2013 e 2016) di Vincenzo Nibali e della vittoria a tavolino (2011) del compianto Michele Scarponi. Basso smise di pedalare nel 2015, dopo avere messo in bacheca due maglie rosa e avere contribuito alla crescita di Nibali nella Liquigas.
“Conosco bene Vincenzo e so di cosa può essere capace – ha spiegato Basso all’Ansa –. Ha la capacità di cogliere l’attimo. Non dovrà inseguire la maglia rosa in modo scriteriato, ma essere presente al momento giusto e nel posto giusto. Non punterei su un calo di Roglic. Piuttosto su una crescita personale di Nibali, che è il più esperto e capace e sa come si vince il Giro”.
L’attesa crescita di forma di Nibali è indispensabile per battere il vincitore delle due cronometro: “Roglic è solido e forte. L’anno scorso è arrivato quarto al Tour, sa quando correre in modo conservativo e quando essere spregiudicato. E poi ha già accumulato 1’44” di vantaggio su Vincenzo. È bello vedere lo sloveno pedalare in quel modo ma ci sono altre cose di cui andare fieri, come un giovane italiano in maglia rosa. Abbiamo ammirato un’Italia che pedala, lotta e vince”.
Per Basso la corsa è apertissima: “Il Giro è estremamente bello e ancora da decidere. Come fa a essere finita con 57mila metri di dislivello? Non scherziamo. A mio parere sono stati espressi giudizi troppo severi nei confronti di Yates e Lopez. Troppo lapidari. Le giornate negative esistono. Lo svantaggio è pesante, ma non li vedo fuori dai giochi. Uno di cui non si parla molto è Mollema: ha dimostrato di saper correre e soffrire”.
Rispetto al passato anche la Bahrain Merida sembra più solida: “Sulle montagne ci saranno gli scontri frontali fra i big e Nibali ha dalla sua anche una buona squadra, a partire da Damiano Caruso – che è da primi dieci in classifica – per proseguire con Pozzovivo. Roglic si farà aiutare da Bennett. Yates ha dalla sua Chaves”.
Venerdì sono attese le prime vette da scalare: “Il Mortirolo o la tappa di Feltre possono fare la differenza – aggiunge Basso all’Ansa –. Parlano gli esempi di Sant’Anna di Vinadio – dove Nibali si prese il secondo Giro – e del Colle delle Finestre, quando l’anno scorso Froome portò a termine una lunga azione, conquistando la maglia rosa e il Giro”.