In merito alle dichiarazioni apparse sulla pagina Facebook della Nuova Cestistica Barcellona e del comunicato del 5 luglio scorso emesso dal Basket Barcellona, i giocatori Giacomo Sereni, Luigi Brunetti, Fabio Stefanini, Daniele Grilli, Michael Teghini , Flavio Gay, Marco de Angelis e Luca Pedrazzani con un messaggio sui social hanno dichiarato quanto segue: “Pur non potendo sapere se il Basket Barcellona si trovi nello “stato di morosità” di cui all’articolo 73 Regolamento Organico FIP, ci teniamo a precisare che la medesima società è fortemente morosa nei nostri confronti. I sottoscritti per dovere professionale, per attaccamento alla maglia e rispetto del popolo barcellonese hanno portato a termine la Stagione Sportiva (raggiungendo la qualificazione alle finali di Coppa Italia e la finale playoff), pur non percependo alcun rimborso dal mese di Febbraio (quattro le mensilità, ndc). I sottoscritti hanno già depositato presso gli organi di giustizia FIP istanza di ingiunzione per ottenere la condanna della società al pagamento di quanto pattuito, e siamo in attesa di emissione di provvedimento. Auspichiamo che gli organi federali vogliano vigilare sull’intera vicenda al fine di tutelare i miei interessi e di tutti gli altri tesserati nella mia medesima situazione”. A questo quadro di certo non incoraggiante si aggiunge la richiesta del direttore sportivo Venanzio D’Alessio finalizzata al ricevimento di ben dieci mensilità.
A seguito del comunicato diramato dai giocatori e dallo staff tecnico del Basket Barcellona, i tifosi organizzati della Gradinata Tifo in un comunicato “esprimono la loro solidarietà a chi ha dato tutto durante la stagione per mantenere alto il nome di Barcellona. Lo stesso non si può dire della società Basket Barcellona che, quasi in sordina e senza fare alcun tentativo concreto di salvataggio, ha lasciato morire questi colori trovando un alibi perfetto per lasciare il passo al primo soggetto che ha sbandierato ai quattro venti la volontà di fare basket a Barcellona. Diamo atto di quanto fatto dal presidente Bonina in questi anni,nessuno lo dimenticherà, ma ci corre l’obbligo di sottolineare la nostra amarezza per una gestione societaria in tanti momenti inadeguata ai proclami, che ha portato al mancato raggiungimento di obiettivi che, per le risorse utilizzate, sarebbero stati alla portata.
Ma siamo ancora più amareggiati per come sono andate a finire le cose, perché peggior fine non poteva esserci; una fine passata quasi sotto traccia”.