Il Messina ha rimediato sul campo due sconfitte consecutive, le prime della gestione di Simone Banchieri. Sprecando contro Trapani e soprattutto Monopoli l’opportunità di portare a casa punti pesanti in ottica salvezza. La Casertana resta distante tre lunghezze, il Latina adesso è a +6, in attesa delle annunciate esclusioni di Taranto e Turris, che modificheranno sensibilmente la graduatoria, facendo perdere all’Acr tre meritati successi conquistati sul campo, e della temutissima penalizzazione.

La squadra, che ha disperso “tante energie mentali parlando di altro”, come ha ammesso il suo stesso tecnico, cerca un appiglio a cui aggrapparsi. Motivo per il quale, al rientro dalla Puglia, il capitano Davide Petrucci ha incontrato il sindaco Federico Basile. È stato ribadito che l’Amministrazione resta al fianco del club, anche se pesa il perdurante silenzio dell’Aad Invest Group. Il primo cittadino sabato ha invitato la proprietà ad interrompere il silenzio.
Il massimo dirigente uscente, Pietro Sciotto, ha risposto, chiarendo che dopo il suo disimpegno, peraltro invocato a più riprese dalla piazza dopo sette anni di gestione tormentata, non compirà alcun passo indietro. A maggior ragione in un momento caotico dal punto di vista proprietario, con il pacchetto di maggioranza passato ad una fiduciaria lussemburghese fin qui incapace di investire più di 110mila euro e in perenne attesa di fondi che non sembrano arrivare mai, nonostante un’attestazione bancaria consegnata al notaio Silverio Magno e le rassicurazioni verbali del presidente Stefano Alaimo.

Nell’atto notarile dello scorso 2 gennaio la società è stata valutata 2,5 milioni di euro, un prezzo ritenuto dai più fuori mercato. Secondo quanto si è potuto ricostruire, la stima è stata rivista al rialzo perché da giugno ad oggi il presidente Sciotto avrebbe anticipato circa 650mila euro per stipendi, contributi e la gestione viva del club. Somme che quindi avrebbe dovuto recuperare dall’Aad, interessata al club da fine giugno, pronta a subentrare a settembre ma alla fine proprietaria (e inadempiente) soltanto da gennaio.
Per completare la stagione occorre liquidità, anche perché a metà aprile è previsto il saldo di un altro bimestre di stipendi e contributi. Il quadro è nerissimo ma l’esborso di Aad o più realisticamente di eventuali acquirenti potrebbe essere mitigato da alcune entrate. Dai crediti residui in Lega agli incassi del botteghino (c’è anche il derby con il Catania alle porte), da alcune rate non ancora versate dagli sponsor alle somme relative alle cessioni operate a gennaio, che non sono state ancora incassate.

Sullo sfondo c’è la suggestione legata al presidente del Trapani Valerio Antonini, grande protagonista nella pallacanestro, dove è a due punti dalla vetta in serie A nell’anno da matricola, e meno del calcio, dove la formazione di Torrente non è riuscita ancora a dare una sterzata dopo le insufficienti gestioni Torrisi, Aronica e Capuano. Il massimo dirigente granata è rimasto colpito dal seguito del Messina, che nel derby aveva una Curva pulsante al netto del terzultimo posto e del caos societario, ma chiaramente non potrebbe impegnarsi in prima persona.
L’operazione è di difficile fattibilità e non a caso anche il Comune aveva sempre taciuto sull’ipotesi, anche per non sollevare un inutile clamore mediatico. Antonini avrebbe contattato alcuni imprenditori romani, senza però ottenere particolari riscontri, come aveva già rivelato sui social. A fare da tramite con il sindaco sono stati due ex dirigenti, Angelo Costa e Giuseppe Munaò.

Se ne potrebbe riparlare in caso di ripartenza dalla serie D ma è chiaro che se il Messina non onorerà le prossime scadenze economiche, in estate diventerebbe più complicato iscriversi e anche in caso di fumata bianca vi sarebbe il rischio di una maxi-penalizzazione da scontare l’anno successivo, un po’ come accadde al Brindisi. Lo scenario più temuto è addirittura l’Eccellenza. Sembra di riavvolgere il nastro ai tempi della Peloro, nata dalla fusione di Villafranca e Tremestieri. Per la quarta volta in 32 anni il Messina ripartirebbe “dal via”. Neanche nel celebre gioco del Monopoli erano però possibili così tanti “imprevisti”…