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Barcellona, segui il tuo mentore. Milan Nisic: “Con Campli un antipasto di finale”

In punta di piedi. Il tecnico serbo Milan Nisic nel corso della sua carriera spesa in diversi paesi Europei ne ha viste tante sui parquet ma a Barcellona all’ombra del Longano la serietà e pacatezza nei modi di fare stanno confermando la bontà della scelta estiva operata dalla società barcellonese. Unico allenatore straniero nelle 64 panchine della serie B 2016/17, coadiuvato da uno staff giallorosso di livello, sta creando unione di intenti con la squadra che alla vigilia di gara 1 di semifinale playoff non vuole voltarsi indietro. Per un tipo pragmatico come l’ex coach del Mega Leks la consapevolezza che i playoff necessitano di una concentrazione e una cura dei particolari massimale con avversari che non regalano nulla e moltiplicano le forze, specialmente se ti chiami Basket Barcellona.

Pubblico di Barcellona (foto Caracciolo)
Col tecnico di Belgrado abbiamo rianalizzato le difficoltà della serie dei quarti con Porto S. Elpidio e descritto la bravura della squadra nel ribaltare l’inerzia dopo lo 0-1 iniziale.
“La mia squadra è stata bava e tosta, due qualità importanti da sfruttare nei playoff. Ha dimostrato caratere, non era per nulla facile specie vincere a Porto S. Elpidio. Ho visto nei volti del team grinta ma soprattutto unione, imprescindibile per andare avanti in gare così tirate”.

Nisic però è molto cauto, loda il suo gruppo di lavoro ma sa che l’abbinamento in semifinale con Campli è molto selettivo. Si comincia domenica prossima per dare inizio ad una serie lun ga ben cinque gare.
“La Globo per me sinceramente è favorita perchè vanta una panchina lunga e giocatori esperti (presente il siciliano Salafia, ndc). Non sarà una serie facile. Dobbiamo stare attenti al loro tiro da tre e alla loro transizione, caratteristica principale che esprimono abitualmente. Va inoltre difeso con intensità l’uno contro uno. Partiamo col vantaggio del fattore campo, avremo bisogno del nostro sesto uomo e daremo il massimo”.

Sui valori sospesi nel tabellone D Montegranaro parte con l’ideale favore del fattore interno in finale. Barcellona vuole scacciare i fantasmi del recente passato e rendere la vita dura ai prossimi avversari.

Il Basket Barcellona (foto Caracciolo)

“Noi siamo noi stessi, non tradiamo la nostra filosofia. Sappiamo che Montegranaro è molto forte ma prima penso esclusivamente a Campli che ripeto è cliente durissimo. Pensiamo solo a questa serie. per me giocare su cinque gare non cambia nulla, avremo potenzialmente due gare infrasettimananali e meno riposi ma il nostro obiettivo è sempre lo stesso”.

Riportare entusiasmo sugli spalti è un’altra mission, il pubblico come in gara 3 dei quarti può essere l’arma in più”.

Milan Nisic sa che Barcellona è reduce da una cocente amarezza coincisa con la retrocessione dalla serie A2. La società sta riprogettando e si è affidata ad un coach che tanto bene ha fatto in Patria. Per questo in chiusura gli abbiamo chiesto un parallelo, ove possibile paragonare, la pallacanestro italiana e quella serba, poggiata su un’identità slava sempre più alla ribalta nello scacchiere europeo.
“Si tratta di basket europeo in entrambi i casi. Da noi in Serbia la pallacanestro è primo sport nazionale e fin da piccoli tutti si allenano e giocano a basket. Fisicamente ritengo i serbi più intensi e lavoratori perchè hanno questa dedizione innata sin da piccoli”.

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