Come emerso già nei giorni scorsi, si è tenuto nel primo pomeriggio in un noto bar del centro città l’incontro tra l’imprenditore del caffè Francesco Barbera, il suo legale di riferimento, Bonaventura Candido, e il presidente dell’Atletico Catania Franco Proto. Un faccia a faccia tra i principali soggetti coinvolti nel tentativo d’acquisizione delle quote di maggioranza del Messina, propedeutico alla presentazione formale della manifestazione d’interesse, da inoltrare all’avvocato Giovanni Villari, che dall’estate scorsa assiste Natale Stracuzzi e l’ACR.
Nella giornata di lunedì lo stesso Barbera ha incontrato altri cinque imprenditori, intenzionati a rilevare una delle otto quote in cui dovrebbe essere spezzettato il pacchetto azionario del Messina. Un’operazione singolare, che porterebbe al coinvolgimento di più soggetti, tra i quali vi sarebbero anche l’ex presidente di Igea Virtus e Sigma Barcellona Immacolato Bonina e il presidente della sezione siciliana della Federazione Italiana Pallacanestro Antonio Rescifina, che non ha però voluto commentare le indiscrezioni filtrate con insistenza negli ultimi giorni.
Secondo gli ultimi intendimenti, ognuno di questi soci potrebbe impegnarsi acquisendo una o al massimo due delle otto quote da 200.000 € cadauna. In tal senso lo stesso Barbera, esponente di spicco della cordata, e i quattro attuali proprietari, Stracuzzi, Oliveri, Gugliotta e Micali, potrebbero salire dal 12,5 al 25% delle quote, lasciando in sostanza il restante 50% a tutti gli altri imprenditori interessati.
Una simile spartizione agevolerebbe anche l’adozione di determinate decisioni mentre una suddivisione paritaria potrebbe risultare alla lunga più caotica. Ma è ovvio che fino a quando non vi sarà un’apertura ufficiale da parte dell’attuale consiglio di amministrazione questi scenari restano puramente teorici. Nella giornata di lunedì Barbera e l’avvocato Candido hanno incontrato anche i due commercialisti ai quali verrebbe affidata l’analisi dei bilanci dei club, ovvero Michele Veninata e Antonio Morgante, che vanta una pluriennale esperienza nel FC Messina e nell’ACR e ha già visionato i documenti contabili del sodalizio peloritano prima dell’avvento di Lo Monaco.
Intanto emerge qualche particolare in più sulle reali intenzioni dei potenziali acquirenti. L’attuale capitale sociale dell’ACR Messina ammonta infatti a 75.000 €. Nel corso della gestione Lo Monaco era stato abbassato rispetto ai 110.000 € originari. L’obiettivo di chi vorrebbe subentrare è quello di innalzarlo sensibilmente. Le somme impegnate da vecchi e nuovi soci costituirebbero un “tesoretto” da circa un milione e mezzo di euro, utili per pianificare con maggiori ambizioni la prossima stagione, la seconda dopo la riammissione in extremis in Lega Pro, la quarta tra i professionisti dopo il quinquennio-bis nell’inferno dei Dilettanti, dove il Messina era sprofondato a seguito della rinuncia alla B da parte della famiglia Franza.
Come detto in precedenza, non è affatto scontato che Stracuzzi e i suoi compagni di avventura rispondano positivamente alla manifestazione d’interesse da parte di Barbera e Proto. Se le condizioni proposte verranno considerate anche in questa occasione insufficienti, come è già accaduto in prima battuta, dopo i reiterati colloqui tra le parti delle ultime settimane, i potenziali acquirenti non otterrebbero i documenti contabili e l’auspicata chiarezza sul reale passivo di una società che al 31 dicembre 2014 aveva un milione e mezzo di euro da ripianare. La poco lusinghiera eredità di gestioni non sempre oculate e lo specchio di una crisi che interessa quasi tutti i club professionistici, con poche virtuose eccezioni.