Dopo la risposta negativa dell’attuale proprietà, che non ha condiviso i contenuti della manifestazione d’interesse all’aumento del capitale sociale del Messina, la cordata di imprenditori interessata ad affiancare Stracuzzi e soci ha indirizzato un nuovo documento a Giovanni Villari, legale della controparte. In tarda mattinata si è svolto infatti un nuovo colloquio tra l’imprenditore del caffè Francesco Barbera e il legale Bonaventura Candido, che hanno così predisposto il nuovo comunicato stampa che alleghiamo in coda al presente articolo. I potenziali acquirenti sembrano destinati a farsi definitivamente da parte dopo le richieste avanzate dai dirigenti del Messina.
Barbera ha ribadito che riteneva prioritario conoscere l’entità dei debiti societari, fondamentale elemento per la valutazione dell’effettivo valore del club e ha illustrato sommariamente i suoi obiettivi potenziali. L’ideatore della cordata immaginava infatti un cda composto da otto soggetti, ognuno in rappresentanza delle quote da 12,5% nelle quali avrebbe voluto suddividere l’intero pacchetto azionario (due delle quali “riservate” all’attuale proprietà). Come presidente sarebbe stato indicato Tullio Lanese, che pure recentemente ha annunciato l’intenzione di avanzare la sua candidatura alla presidenza regionale della Lega Nazionale Dilettanti, chiaramente inconciliabile con la carica di massimo dirigente dell’ACR.
L’amministratore delegato di Caffè Barbera ha definitivamente chiarito l’identità dei soggetti che fanno parte del suo gruppo: al nome del presidente dell’Atletico Catania Franco Proto si affiancano infatti il presidente regionale della Federazione Italiana Pallacanestro Antonio Rescifina, un importante imprenditore della zona Tirrenica – con ogni probabilità l’ex presidente dell’Igea Virtus Immacolato Bonina – ed una Newco costituita da cinque liberi professionisti, che avrebbero quindi rilevato una delle otto quote. Un 12,5% sarebbe stato infine riservato all’azionariato popolare dei tifosi.
Barbera ammette di avere commesso un “errore di impostazione e comunicazione”, che ha fatto emergere la sensazione che il suo gruppo volesse “fagocitare l’attuale proprietà con la forza finanziaria, piuttosto che portare avanti l’ACR in sinergia, con condivisione e con criteri di gestione improntati al massimo rispetto dei diritti e delle idee di tutti i quotisti”. L’imprenditore ritiene che siano emersi due elementi molto rilevanti, ovvero “l’incolmabile e inconciliabile differenza tra il metodo di gestione ipotizzato dagli imprenditori e quello dell’attuale proprietà” e la “piacevolissima constatazione che l’attuale proprietà (che non ha accettato una ricapitalizzazione da 1.600.000 €, da versare interamente) ha forza finanziaria e impianto organizzativo, adeguati e sufficienti, per proseguire in piena autonomia e garantire alla città e ai tifosi grandiosi risultati sportivi”.
Una chiosa polemica, che sembra chiudere la questione, anche se siamo ancora al 5 maggio e non ci sentiamo di escludere ulteriori colpi di scena. Il documento indirizzato dall’avvocato Bonny Candido all’attuale proprietà si conclude con un “Forza Presidente, Forza Messina!”.
Questo il documento inviato dal legale di Barbera, Bonny Candido.