Calcio

Assenzio: “Avremmo voluto sfidare il Paternò. Al Sant’Agata manca poco per la D”

Sono giorni frenetici e importanti per capire il futuro del calcio italiano, ormai fermo al palo da quasi due mesi in virtù dell’emergenza Covid-19. Mai come nell’ultimo periodo è parso evidente come si viaggi a due velocità: da una parte il mondo della serie A, che usufruisce dei lauti introiti dei diritti televisivi, mentre dall’altra ci sono la C e i campionati dilettantistici, costretti a fare i conti con una situazione economica molto difficile.

Anche il centrocampista del Sant’Agata Roberto Assenzio prosegue i suoi allenamenti individuali, in attesa di conoscere se e quando sarà possibile ritornare in campo, anche se questa eventualità appare davvero lontana: “Come tutti sto seguendo le conferenze stampa del premier Conte con grande interesse e le notizie che riguardano le riunioni federali – ha dichiarato il 32enne messinese –. Sto proseguendo gli allenamenti individuali che mi ha indicato la società. Dal prossimo 18 maggio dovrebbe essere possibile eseguire gli allenamenti collettivi, ma resta da capire se questa disposizione riguarderà soltanto i club di prima fascia o anche la D. Sarebbe bello rivedere i miei compagni dopo tanto tempo”.

Il centrocampista Roberto Assenzio in azione con la maglia del Sant’Agata

Guardando all’aspetto puramente sportivo, il centrocampista del Sant’Agata non nasconde il proprio rammarico per lo stop imposto alla stagione, proprio quando si stava profilando un avvincente testa a testa con il Paternò per la vittoria del campionato: “Il calcio si è fermato per salvaguardare la salute di tutti. Sinceramente faccio fatica a capire come possa ripartire il calcio dilettantistico e non parlo dal punto di vista economico, fattore che non mi compete, ma organizzativo. Sarà molto complicato riuscire a far applicare le norme per garantire la sicurezza di tutti e senza sicurezza dubito si possa giocare”.

Roberto Assenzio con la divisa del Licata

Una grande incognita anche come si ripresenterebbero le squadre in campo: “Qualora si dovesse riprendere appare evidente che inizierebbe un nuovo campionato. Riprendere dopo due mesi e mezzo di stop forzato tra allenamenti individuali e collettivi dopo una stagione molto accesa e ricca di agonismo, vorrebbe dire avere squadre che sono in una condizione simile a quella di inizio campionato. Questo è un peccato, la classifica dice che siamo a pochi punti dal Paternò, che sta disputando un campionato perfetto: è l’unica squadra ancora imbattuta nelle prime cinque serie, ma nonostante questo non abbiamo mai perso la fiducia anche perché il loro calendario non è agevole e c’era ancora lo scontro diretto da giocare al “Fresina”, un particolare non da poco”.

Roberto Assenzio in azione con il Camaro (foto Isolino)

Arrivato a Sant’Agata lo scorso dicembre, Assenzio ha accettato di scendere di categoria dopo aver conquistato la D con il Licata lo scorso anno, trovando un gruppo già all’altezza della quarta serie: “Sicuramente la differenza di categoria c’è ed è evidente, soprattutto per l’utilizzo di due under in più. Ho la fortuna di entrare a far parte di una rosa valida, composta da giocatori forti che in questo campionato fanno la differenza e quindi di conseguenza sono pronti per la D. Tecnicamente non manca molto a questa squadra per poter ambire a disputare un buon campionato anche al piano superiore”. 

Con la maglia del Licata, Assenzio ha affrontato anche le due squadre messinesi: “Il Fc Messina mi ha sorpreso in positivo. L’ho affrontato all’esordio. Durante l’estate c’era molta curiosità ma anche un po’ di perplessità verso questa società che era stata creata dal nulla. Quando si parte da zero c’è sempre il dubbio su come si possa arrivare in fondo. Invece già in quella partita ho avuto la sensazione di aver affrontato una squadra forte, in grado di potersela giocare con tutti. L’Acr, invece, mi ha sorpreso in negativo. L’ho vista giocare anche da spettatore proprio contro il Licata, ha vinto in rimonta ma non mi ha dato l’impressione di essere un gruppo unito e coeso. Sinceramente quest’anno mi aspettavo di più”.

Antonio Macauda

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