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Assenzio: “A Licata una grande rivincita. Sciotto? Che affare con il Camaro”

Con il Licata è arrivata la quarta promozione della sua carriera, la seconda dall’Eccellenza dopo la D ottenuta nella finale interregionale a Santa Maria Capua Vetere con il Città di Messina e la doppia conquista del professionismo a Lentini ed Agrigento.

Il 31enne centrocampista messinese Roberto Assenzio si è dimostrato un autentico lusso in quinta serie. “Con Sicula Leonzio e Akragas abbiamo vinto la serie D. Sono state due stagioni molto belle. Ma questo salto di categoria ha il sapore della rivincita. Mi sono rimesso in gioco, a Licata ero andato convinto di poter vincere e ho confermato le attese. Sarebbe arrivato comunque il primo posto ma abbiamo dimostrato tanto entrambi”.

Eccellenza
Il centrocampista Roberto Assenzio e i difensori Alberto Mondello e Alberto Cappello (foto Familiari)

In gialloblu ha ritrovato peraltro quattro messinesi: “Mi sono trovato benissimo, sapevo cosa avrei trovato. Conoscevo personalmente tanti ragazzi, come Cannavò, Convitto e Dama, mentre Cassaro di fama. All’esordio con il Sant’Agata è arrivato subito un pareggio, poi ben diciassette vittorie consecutive. Insomma, una bella cavalcata”.

Il girone A di Eccellenza ha rappresentato una novità per Assenzio: “Lo conoscevo poco. Ho lasciato il Camaro primo a pari punti nell’altro concentramento e ho concluso con una vittoria con il Licata. Una stagione in vetta, insomma… Al di là delle battute sono contento delle sei reti realizzate in neroverde e del contributo importante dato agli agrigentini. Tra i cinque gol con il Licata è stato pesante soprattutto quello con il Sant’Agata, che ci ha dato vittoria del campionato”.

Roberto Assenzio
Roberto Assenzio ai nostri microfoni

In D Assenzio ha collezionato quasi 200 gettoni e trenta marcature, indossando anche le maglie di Acicatena, Viterbese e Noto: “Dopo cinque stagioni da protagonista volevo trovare una stabilità. Grazie al Camaro, nel quale avevo già militato in passato, ho coniugato gli impegni lavorativi con il fattore agonistico. Poi c’è stata un’occasione che non si poteva rifiutare e d’intesa con i dirigenti mi sono rimesso in gioco a Licata”.

Proprietà del Camaro che adesso si è accordata con Sciotto, per consolidare il progetto Acr dopo due anni difficili: “Per me questa collaborazione è positiva. Il Messina ha fatto benissimo ad affidarsi a loro. Rappresentano una società organizzata, con persone valide. Hanno saputo gestire tutto in modo invidiabile e di loro parlano bene in tutta la Sicilia. A mio avviso è un affare per Sciotto”.

Giovanni Ricciardo e Roberto Assenzio
Giovanni Ricciardo e Roberto Assenzio premiati da MessinaSportiva per la promozione della Leonzio (foto Nicita Mauro)

Per Assenzio anche 90 presenze e 25 reti con la maglia del Città di Messina, in cui ha militato per tre anni: “È un peccato non si siano uniti tutti in un’unica realtà. Ci saranno di nuovo due società contrapposte. Ma se hanno scelto così forse era inevitabile. C’erano ben quattro soggetti interessati, tra Sciotto, Arena, Lo Re e D’Arrigo, e sinceramente dall’esterno è impossibile dare giudizi”. 

Assenzio a Messina è uno scenario ipotizzabile? “Mi farebbe piacere giocare nella mia città, magari con persone che già conosco. Il futuro lo chiarirà”.

Roberto Assenzio
Roberto Assenzio, qui con la maglia della Sicula Leonzio

È stata un’annata felice per tanti messinesi: “Il mio compagno di squadra Cannavò rappresenta il top in queste categorie. In tre anni ha realizzato ottanta reti, riconquistando con sudore la meritatissima vetrina della D. Avrà una nuova opportunità dopo Palazzolo e speriamo che questo secondo treno che si è guadagnato lo porti lontano. Può fare bene anche quest’anno. Ho mandato gli auguri a Ricciardo per la vittoria del campionato con il Cesena: resta un grande amico. Siamo in contatto anche con Giardina, che ha fatto bene nel sorprendente Marsala”.

I trapanesi, terzi in D nell’anno da matricola, rappresentano un modello per neopromosse ambiziose come Licata e Corigliano: “Però il loro exploit forse è irripetibile. Ripartire dallo zoccolo duro potrebbe comunque aiutare”. 

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