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Messina

“Artisti dello Stretto”, una mostra al Vittorio Emanuele unisce le due sponde

Il nuovo spazio espositivo del Teatro Vittorio Emanuele di Messina, nell’ambito del progetto “L’Opera al Centro” curato da Giuseppe La Motta, ospiterà la mostra “Artisti dello Stretto”, collettiva degli artisti calabresi Nuccio Bolignano, Gennaro Carresi, Enrico Meo, Demetrio Scopelliti e dei messinesi Nino Bruneo, Nino Cannistraci, Dora Casuscelli e Katia Lupò, con i testi di Anna Maimone. Sabato 15 gennaio alle ore 18 l’inaugurazione, con il presidente Orazio Miloro, il sovrintendente Gianfranco Scoglio e il fagottista di fama internazionale Antonino Cicero, che accoglierà i visitatori nelle sale espositive con una performance musicale.

Nino Cannistraci
Un’opera di Nino Cannistraci

In una poesia degli anni ’70, nella raccolta “L’aria secca di fuoco” Bartolo Cattafi si chiedeva “Quant’è largo lo Stretto” e con ironia si interrogava su come misurarlo. A creare o annullare le distanze intervengono anche le ragioni della storia. Le due città dello Stretto, hanno alle spalle storia e realtà molto diverse, anche se spesso si sono trovate a vivere vicende e interessi comuni. Basti pensare alla tragica esperienza del terremoto e alla complessità delle problematiche della ricostruzione, ma anche alla straordinaria fusione dovuta al giornaliero passaggio di lavoratori, studenti, professori, artisti, per frequentare l’Accademia di Belle Arti a Reggio e l’Università a Messina, e in tempi più recenti, le nuove facoltà reggine.

Gennaro Carresi
Una scultura di Gennaro Carresi

La distanza non dipende allora da quanto è largo lo Stretto, ma da quanto si sanno mantenere vivi gli orizzonti culturali. Per una generazione che ha educato i propri figli all’Europa e al mondo si tratta di costruire un ponte ideale, che se non è sufficiente a colmare un vuoto valga almeno a farne percepire il senso. Se degli artisti più che maturi si riuniscono in un progetto che pone al centro lo Stretto e la vita e la memoria delle due sponde è per confermare che la cultura e lo spirito critico non possono che condannare il particolarismo in tutte le sue forme.

Katia Lupò
Un’opera di Katia Lupò

L’arte è da sempre, scrive Argan, un lavoro manuale trasposto in comunicazione concettuale. Compito degli artisti è, indipendentemente dagli strumenti, dare vita a delle esperienze capaci di cogliere la complessità e le istanze del nostro momento. Cambieranno le tecniche, gli strumenti, il modo di esprimersi e dominare gli strumenti. La sfida rimane quella di sempre: dare corpo e visibilità alla propria capacità a perseguire il Bello. La mostra potrà essere visitata tutti i giorni, escluso il lunedì, dal 15 al 26 gennaio 2022 nelle fasce orarie 10/12:30 – 16/18:40. L’inaugurazione e lo svolgimento della mostra avverranno nel pieno rispetto delle normative Covid-19 con ingresso consentito solo ai soggetti muniti di Green Pass rafforzato e mascherina FFP2.

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