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Arpaia nuovo consigliere federale, ma l’assemblea di Lega Pro è spaccata in due

È stata caratterizzata da un clima rovente la nuova assemblea della Lega Pro, in programma a Firenze. Dopo una mattinata carica di tensione, in cui il presidente del Messina Pietro Lo Monaco ha preso decisamente posizione contro gli attuali vertici della terza serie professionistica, è stato designato come rappresentante in Federcalcio il presidente della Vigor Lamezia Claudio Arpaia, vicino a Macalli e ad uno dei suoi principali sostenitori, Claudio Lotito.

Il presidente della Vigor Lamezia Claudio Arpaia, neo consigliere federale
Il presidente della Vigor Lamezia Claudio Arpaia, neo consigliere federale

C’era ovviamente attesa anche per l’annunciata presenza del massimo dirigente di Lazio e Salernitana, una cui telefonata, registrata e diffuse attraverso la stampa dal direttore generale dell’Ischia Pino Iodice, ha recentemente sollevato un polverone. L’elezione di Arpaia a consigliere federale è stata possibile grazie ai 33 voti ottenuti dal massimo dirigente della Vigor Lamezia, che fa parte proprio della cordata Macalli-Lotito. Dopo questo responso ben 29 club su 60 hanno lasciato i lavori per protesta. Un dato che certifica una volta di più come l’assemblea di Lega Pro sia di fatto spaccata in due.

Già nei mesi scorsi il mancato sostegno di svariati club non consentì l’approvazione dell’ultimo bilancio, che resta peraltro in sospeso. La perdurante spaccatura è stata certificata dalla richiesta di sospensione dei lavori, bocciata con un margine di appena una preferenza ed un autentico “giallo”. 29 infatti sono stati i voti contrari, 28 quelli favorevoli, mentre Foggia e Lumezzane hanno preferito astenersi. Il delegato dell’Ascoli, che era favorevole alla mozione, e che avrebbe consentito quindi un pareggio (con 29 preferenze a fronte delle altre 29!) non è stato ammesso al voto dal presidente, perché rappresentante di una società priva del “requisito di anzianità“.

La sede della Lega Pro a Firenze
La sede della Lega Pro a Firenze

La posizione di chi ha proposto la sospensione dei lavori, e tra questi club c’era anche il Messina, è stata illustrata in un comunicato stampa, che riportiamo integralmente: “L’Assemblea di Lega Pro ha confermato la spaccatura al suo interno ed il fatto che l’attuale governance non gode più della fiducia del cinquanta per cento delle Società che dovrebbe rappresentare. Da un lato c’era una proposta di riforma, volta ad azzerare ogni candidatura ed a restituire il pieno potere ai presidenti dei club e dall’altro è proseguito il lavoro di piegare le volontà ad un disegno di potere. Le modalità con le quali è stata condotta l’assemblea odierna avrà il solo risultato di accelerare un processo esterno di intervento di cambiamento”.

“Chi lo ha consentito – si legge nella durissima  nota – si porterà il segno della propria vergogna per sempre impresso di fronte al Paese intero e non solo davanti al mondo del calcio. Merito a chi ha combattuto e seguiterà a farlo, senza arretrare di un centimetro. I trenta voti di oggi sono un patrimonio di malessere e di chiara indicazione di cambiamento. Si è tentato di tutto, per esempio la gestione è stata non capace di assicurare le regole, fino alla vergogna sul non far votare l’Ascoli. Occorre convocare l’Assemblea per la nuova governance ed a tal fine si sono presentate tredici firme, in base all’articolo 9 comma 3 dello Statuto, regolarmente autenticate”.

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